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Investigatori privati nel mondo

Aggiornamento: 17 mag 2022

In molti paesi del mondo, gli investigatori privati ​​rappresentano una componente importante nel sistema della giustizia moderna.

Questo articolo esamina la natura della figura degli investigatori privati in relazione all’evoluzione del loro lavoro, non trascurando questioni di etica e condotta, regolamentazioni, rappresentazioni culturali e l’impatto sociale associato all’espansione e alla diversificazione del settore.

La prima considerazione consiste nel fatto che in molti paesi gli investigatori privati svolgono una funzione essenziale nel soddisfare una domanda di applicazione della legge e di prevenzione della criminalità non adeguatamente soddisfatta dal settore pubblico. Le regolamentazioni governative si rendono necessarie per evitare la realizzazione di condotte non etiche, ma in alcuni paesi anglosassoni e in Brasile la legislazione vigente conferisce agli investigatori privati poteri speciali per accedere alle banche dati, anche a quelle più riservate e sensibili, al fine di ottenere informazioni e prove da fornire ai propri clienti per far valere e/o difendere un diritto in sede giudiziaria.

Quindi, proprio in base a quanto sopra esposto, non è possibile rispondere in modo univoco alla domanda: chi è e cosa fa un investigatore privato? La risposta varia da paese a paese, in alcuni Stati (Stati Uniti, Canada, Brasile, Australia, ecc...) i detective privati possiedono ampissimi margini di operatività e di accesso diretto a banche dati riservate, in altri (principalmente quelli dell’Unione Europea e della Federazione Russa) la legislazione consente un’operatività più limitata rispetto ai paesi sopra menzionati e le normative sulla privacy disciplinano in modo piuttosto uniforme i margini di operatività delle agenzie investigative private, infine in alcuni Stati (Cina, Iran, Bielorussia, Arabia Saudita, ecc...) la figura di investigatore privato non è neanche prevista dall’ordinamento e sono previste una serie di figure professionali intermedie che è difficile definire veri e propri detectives privati.

In questi ultimi paesi la normativa vigente riguardo la gestione dell’accesso alle informazioni riservate e alle banche dati è molto stringente e soggetta ad un controllo ferreo sia da parte delle forze dell’ordine che dell’autorità giudiziaria, tanto da risultare quasi un’estensione marginale di quelle istituzioni con ridottissimi ambiti di autonomia per coloro che come detto, difficilmente possiamo definire «investigatori privati».

Nel corso della storia mondiale si sono registrate varie forme di fornitura pubblica e privata di sicurezza, di servizi pubblici e privati a tutela dei propri diritti o di prevenzione della criminalità. Fu così che nel 1829 a Londra fu coniato il termine di «New Police» («Nuova Polizia»).

Ma successivamente, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti i cittadini e le aziende hanno continuato a cercare sicurezza e tutela dei propri diritti al di fuori dello stato.

Per quanto concerne la sicurezza poi vi sono dei netti distinguo anche all’interno dei paesi appartenenti all’Unione Europea.

In Europa solo dagli anni Ottanta si è registrata la crescita del fenomeno degli istituti di vigilanza, con l’apparizione di guardie giurate armate oltre agli istituzionali corpi di forza pubblica già esistenti.

Ma come accennato, in questo settore, quello della vigilanza, la normativa non è così uniforme all’interno dei paesi dellUnione Europea, come invece accade per la normativa che disciplina le investigazioni private.

Basti pensare che in Italia, l’attività di guardia del corpo non è regolamentata da alcuna norma, anzi l’attività è pratica illegale secondo la legge, poiché la sua funzione e i suoi compiti sono – secondo la legge italiana – di esclusiva competenza delle forze di polizia italiane; in particolare la protezione dell’incolumità personale è demandata all’Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale e al Servizio centrale di protezione, diversamente l’esercizio dell’attività di guardia del corpo integra il reato di usurpazione di funzioni pubbliche.

L’unica norma che consente il ricorso alla forza privata è il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, nella parte in cui disciplina la figura delle guardie giurate e degli istituti di vigilanza privata (Titolo IV Delle guardie particolari e degli istituti di vigilanza e di investigazione, artt. 134 a 141), limitatamente alla tutela di beni mobili o immobili, appartenenti a enti pubblici o privati.

Nell’antica Roma la guardia del corpo del re si chiamava satelles (satellites al plurale), mentre quella dell’imperatore componeva la guardia pretoriana. Il prefetto del pretorio ne gestiva l’operato.

Per ciò che invece riguarda la moderna configurazione della professione di guardia del corpo, uno sviluppo importante si ebbe nella storia degli Stati Uniti d’America dove molti coloni europei e carovane giungendo in suolo statunitense durante la conquista dell’Ovest ingaggiarono tali soggetti; un caso famoso fu quello di Abraham Lincoln e del ruolo della “Pinkerton National Detective Agency”.

In altri Paesi europei invece la figura di guardia del corpo armata a tutela della sicurezza delle persone fisiche è prevista e disciplinata dalla legge.

In Francia per esempio, più precisamente a Parigi, nel 1957 il maggiore dell’esercito Lucien Victor Ott ha fondato una scuola e un’agenzia di addestramento e fornitura di guardie del corpo armate, ancora esistente e di grande successo in tutto il mondo denominata “International Bodyguard Association”.

Anche nella Federazione Russa è prevista e disciplinata la figura professionale di guardia del corpo armata a tutela della sicurezza delle persone fisiche.

La più famosa guardia del corpo russa era una splendida modella di nome Anna Loginova, la gestiva un’agenzia di guardie del corpo composta da sole donne, alcune delle quali provenienti dall’ex KGB (servizi segreti sovietici), per offrire una protezione “discreta” a miliardari moscoviti, alle loro mogli e alle loro amanti.

Nonostante l’aspetto da modella, Anna Loginova era esperta di arti marziali e armi da fuoco. Morì nel 2007 nel tentativo di impedire il furto della sua Porsche. Non molto prima aveva fermato un ladro utilizzando delle tecniche di Ju Jitsu, prima di puntargli una pistola alla tempia.

L’importanza delle investigazioni private e della sicurezza privata non è, tuttavia, nuova, come descritto in un interessantissimo libro scritto dall’inglese Les Johnston, professore di criminologia all’Università di Portsmouth, dal titolo “The Rebirth of Private Policing” (Routledge Editor, Londra 1992).

Nel suo libro il prof. Johnston sottolinea come il moderno sistema di giustizia penale, in cui la polizia prende l’iniziativa nelle indagini e nei procedimenti giudiziari, non era la norma in passato. I governi solitamente facevano poco o nulla nel tentativo di rilevare un’azione criminale, a meno che questa non fosse compiuta a danno proprio delle istituzioni. Nell’ambito privato invece il crimine veniva presentato dinanzi alle corti dei tribunali solo quando erano le vittime ad essere riuscite ad identificare i trasgressori e a raccogliere le prove necessarie per ottenere la tutela dei propri diritti.

Come scrive il prof. Johnston, nei casi di furti ai danni di privati per esempio, non erano le forze dell’ordine ad indagare sul reato.

I giudici trattavano i casi in tribunale e analizzavano le prove presentate, ma il rilevamento delle prove e l’accertamento dell’identità dei sospetti, era lasciato alle vittime, che spesso facevano di tutto per riguadagnare le proprietà rubate.

Nei paesi anglosassoni, tale vuoto investigativo istituzionale creò un mercato per gli investigatori privati e in Gran Bretagna apparvero numerose agenzie investigative dedite al recupero di beni rubati e nel fornire prove da utilizzare in sede giudiziaria per sostenere l’accusa dei presunti colpevoli.

In questi casi, gli investigatori privati venivano ben retribuiti dai clienti per le loro attività di indagini, ed inoltre, nel caso di recupero della refurtiva, potevano contare anche su una congrua ricompensa stabilita in percentuale al valore della refurtiva stessa.

Nel XIX secolo, con lo sviluppo dell’insediamento coloniale in Nord America, furono create agenzie investigative di frontiera le quali offrivano servizi di sicurezza durante il trasporto delle carovane, servizi di sicurezza per le abitazioni che solitamente si trovavano in località sperdute e dunque a rischio di assalti da parte di banditi, e come afferma il prof. Johnston, queste agenzie investigative di frontiera si occupavano anche dello svolgimento di vere e proprie indagini a 360 gradi, per la valutazione del rischio, per l’accertamento della moralità di lavoratori da assumere e di partner commerciali e societari. Svolgevano in pratica un’ampissima gamma di servizi investigativi.

I frequenti casi di furti di cavalli e del bestiame crearono in Nord America un mercato vastissimo per le agenzie investigative.

I servizi da loro offerti erano richiesti da tutti i coloni e ciò, per far fronte alla domanda, comportava la crescita continua del numero di agenzie investigative presenti e operanti sul territorio in grado di offrire i servizi richiesti.

In breve tempo anche le banche e le ferrovie si avvalsero dei servizi degli investigatori privati.

Fu in questo periodo che nell’intento di recuperare i valori rubati e garantire la punizione dei banditi, apparvero le ricompense e le taglie.

Fu così, che gli investigatori privati, oltre ad essere dei detective specializzati in varie tipologie di indagini, divennero anche dei veri e propri cacciatori di taglie.

Tale situazione storica portò alla nascita di migliaia di agenzie investigative in Nord America, tra le quali divennero famosissime due agenzie: la Brink’s e la Pinkerton National Detective Agency.

La Brink’s fu fondata dall’investigatore privato Perry Brink a Chicago nel 1859 e si occupava principalmente di protezione privata e di trasporto in sicurezza di valori. Brink’s è popolarmente nota perché i suoi camion blindati che trasportavano denaro e beni di valore erano resistenti ai proiettili.

Una volta un camion blindato della Brink’s fu utilizzato per trasportare uno dei gioielli più famosi al mondo, il diamante Hope da un’asta a casa dell’acquirente.

Oggi l’attività di Brink’s si è evoluta dai servizi di trasporto corazzato locale alla fornitura di logistica finanziaria aziendale e trasporto sicuro internazionale. Attualmente la Brink’s Company vanta una rete internazionale e serve clienti in oltre 100 paesi e impiega circa 134.000 persone.

La Pinkerton National Detective Agency è un’agenzia investigativa statunitense fondata nel 1850 nel Michigan dall’investigatore privato scozzese Allan Pinkerton.

Pinkerton divenne famoso per aver scoperto il complotto per l’assassinio di Abram Lincoln, il quale durante la Guerra di secessione americana e la campagna elettorale, assunse gli agenti di Pinkerton come guardie del corpo.

Nel momento in cui il Presidente fu ucciso, la sua sicurezza non era già più affidata a Pinkerton, ma al personale dell’esercito degli Stati Uniti che non riuscì ad evitare l’omicidio. In seguito, comunque l’Anti-Pinkerton Act del 1893 limitò i casi in cui il governo federale degli Stati Uniti potesse avvalersi di agenzie di investigazione privata.

L’agenzia divenne in breve tempo la più importante società di investigazioni e sicurezza negli Stati Uniti ed opera ancora oggi con lo stesso logo, un occhio circondato dalla scritta “Pinkerton National Detective Agency” e dal motto “We never sleep”.

L’agenzia o gli agenti della Pinkerton vengono menzionati in alcuni film come “La leggenda di Zorro”, in “L’agente speciale Pinkerton”, film del 1955 del regista Tim Whelan, e nel remake del 2007 di James Mangold, “Quel treno per Yuma”.

Un agente realmente esistito della Pinkerton si infiltra in un’organizzazione sindacale segreta nel film “I cospiratori” (“The Molly Maguires”), un film del 1970 diretto da Martin Ritt e interpretato da Richard Harris e Sean Connery.

Nel film “Continuavano a chiamarlo Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill, i due si spacciano per agenti Pinkerton. Gli agenti dell’agenzia Pinkerton compaiono anche nel film “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”, interpretato da Brad Pitt nel 2007. I fratelli Pinkerton vengono menzionati anche nel film “Bad Girls”, diretto da Jonathan Kaplan. In “Assassinio sull’Orient Express”, uno dei personaggi aggiunti da Kenneth Branagh nel suo adattamento (non era presente nel romanzo di Agatha Christie) sostiene di far parte dell’agenzia investigativa Pinkerton.

Anche nella letteratura si trovano richiami all’agenzia di investigazioni private Pinkerton.

Un esempio su tutti è il romanzo “La valle della paura” di Arthur Conan Doyle, facente parte della saga delle avventure di Sherlock Holmes. Nel romanzo “Il tallone di ferro” di Jack London, Ernest Everhard afferma: “Ho conosciuto uomini che nelle loro diatribe contro la guerra invocavano il nome del dio della pace, intanto che distribuivano fucili ai Pinkerton per abbattere quelli che scioperavano nelle loro stesse fabbriche”.

Nella nota al testo dell’autore i Pinkerton sono così definiti: “In origine erano dei detective privati; ma divennero ben presto sostenitori salariati dei capitalisti e poi finirono per essere i mercenari dell’oligarchia”.

Il professor Johnston osserva che l’enorme crescita dei servizi investigazioni di sicurezza nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, fu caratterizzato da una predominanza di servizi di vigilanza privata e dalle investigazioni annesse alle efficaci realizzazioni di tali servizi.

E seppur il sopra citato Anti-Pinkerton Act del 1893 limitava i casi in cui il governo federale degli Stati Uniti potesse avvalersi di agenzie di investigazione privata, ciò non impedì al governo statunitense di incaricare un investigatore privato nel tentativo di uccidere Fidel Castro.

Infatti, i due fratelli John e Bob Kennedy crearono una cellula per la pianificazione dell’attività clandestina volta ad eliminare Fidel Castro. Per tentare di raggiungere il loro obiettivo, i Kennedy passarono dalle operazioni di sabotaggio e azioni terroristiche, alla pianificazione vera e propria dell’omicidio del leader cubano.

Rovesciare Castro era infatti in quegli anni la massima priorità per il governo degli Stati Uniti.

Prima dell’Invasione nella Baia dei Porci, per realizzare l’assassinio di Fidel Castro la CIA si rivolse a Robert Maheu, un ex dipendente della CIA stessa il quale uscito dall’agenzia di intelligence aveva intrapreso la professione di investigatore privato. Il detective privato aveva come ruolo il reclutamento di persone per attuare il compito designato, visto che ritenevano inopportuno il riconoscimento statunitense in queste azioni.

Maheu contattò quindi un mafioso italiano di nome Filippo Sacco, in seguito naturalizzato statunitense con il nome di John Roselli, un mafioso con importanti contatti criminali a Las Vegas al quale per l’eliminazione di Fidel Castro fu proposto un compenso di 150 mila dollari. L’azione ideata dall’investigatore privato Robert Maheu prevedeva il reclutamento di persone per la consegna di pillole avvelenate per compiere l’assassinio.

I cubani reclutati durante l’operazione, richiesero un rifornimento d’armi oltre alle pillole, il detective Maheu riuscì ad ottenere anche la fornitura di armi, ma il piano non andò a segno in quanto dopo di ciò i cubani che avevano precedentemente fornito disponibilità non parteciparono.

Tuttavia, superata questa parentesi, sostiene il professor Johnston, le investigazioni private hanno riacquistato terreno in particolare dagli anni ‘80, quando le aziende iniziarono ad investire più risorse nelle indagini sulla concorrenza sleale. Inoltre, il boom economico e l’enorme crescita dei crediti vantati, contribuì allo sviluppo delle indagini finalizzate al recupero del credito.

Negli anni ‘90 invece vi fu un incremento assai notevole della richiesta di investigazioni finalizzate agli accertamenti di infedeltà coniugale. In quegli anni, negli Stati Uniti quest’ultimo tipo di indagini divennero il core business delle agenzie di investigazioni private ed un ulteriore incremento della domanda di questi servizi si registrò a seguito della diffusione dell’epidemia di AIDS.

Mediante il “Rapporto Hallcrest”, è stato stimato che attualmente negli Stati Uniti operano circa 15.000 agenzie investigative autorizzate con un totale di 70.000 collaboratori al servizio delle agenzie stesse.

In Gran Bretagna, il numero delle agenzie investigative è di 8259, mentre in Italia sono poco più di 3.000. In Australia, nello stato del Nuovo Galles del Sud, ci sono più investigatori privati autorizzati (15.800) rispetto a membri appartenenti alla polizia (13.614).

Il Rapporto Hallcrest ha rilevato che la maggior parte delle società di investigazioni private operanti al mondo sono agenzie di piccole dimensioni, con una dimensione media di 2,5 investigatori per agenzia.

Ciò è dovuto principalmente al fatto che in molte parti del mondo, la figura dei collaboratori delle agenzie investigative è una figura professionale a parte, e quindi si tratta di professionisti che fatturano all’agenzia il numero delle ore che l’agenzia stessa ha incaricato loro di svolgere affidandogli una parte di indagine.

Logicamente, non essendo dipendenti ma soggetti esterni che fatturano la propria prestazione lavorativa, tali soggetti non compaiono nel calcolo della media di investigatori privati che compongono un’agenzia investigativa.

Occorre poi considerare altresì, che in alcune parti del mondo, a coadiuvare le agenzie investigative nello svolgimento delle loro indagini, prendono parte agenti delle forze dell’ordine al di fuori del loro orario lavorativo.

Logicamente, non potendo risultare come forza lavoro regolarmente assunta, come già specificato per chi presta attività lavorativa esterna mediante fatturazione, anche questo elemento influenza il calcolo della media dei collaboratori di un’agenzia investigativa.

Nel mondo, il settore delle investigazioni private è tradizionalmente di dominio maschile, con le donne che in media rappresentano il 10% dei titolari di agenzie investigative.

Uno studio britannico realizzato nel 1998 ad opera del professor Jones e del professor Newburn, docenti di criminologia all’Università di Oxford, dal titolo “Private Security and Public Policing”, ha evidenziato che il 30% degli investigatori privati al mondo è composto da ex appartenenti alle forze dell’ordine.

Popolarmente, ci si immagina l’investigatore privato come un uomo solitario, che nascosto da qualche parte e munito di macchina fotografica è intento a scoprire una relazione extraconiugale.

Occorre dire che nella cultura popolare gli investigatori privati hanno un’immagine tipicamente dualistica: sia “affascinante” che “sinistra”.

Nell’immaginario popolare gli investigatori privati hanno un profilo avvolto nel mistero, tanto che sono rappresentati in strada di notte e immersi nella nebbia, con il cappello ed il colletto dell’impermeabile alzato a protezione della propria fisionomia, i loro uffici sono rappresentati come locali bui e avvolti dal fumo della pipa o dei sigari, con una bottiglia di whisky sempre presente sulla scrivania.

Come attrezzi del loro mestiere sono rappresentati la lente d’ingrandimento, la macchina fotografica, la pistola. Alla realizzazione di questa immagine hanno contribuito decisamente alcune raffigurazioni degli investigatori privati presenti in alcune famose opere letterarie.

Ecco quindi che l’investigatore privato è rappresentato da figure o personaggi come Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, Hercule Poirot di Agatha Christie, Sam Spade l’investigatore privato del romanzo poliziesco “Il Maltese Falcon” dello scrittore Dashiel Hammett. Anche i film e i telefilm hanno contribuito a caratterizzare l’immagine dell’investigatore privato. È il caso di Magnum P.I. (dove P.I. sta per “Private Investigator”), una serie televisiva che racconta le avventure di Thomas Magnum, un ufficiale dei Navy SEAL, il quale, rientrato da una missione in Afghanistan, decide di cambiare vita e intraprendere la professione di investigatore privato, vivendo alle Hawaii nella dépendance di una lussuosa villa sull’isola di Oahu, guidando una Ferrari 308 GTS rossa e indossando le famose camicie a fiori hawaiane.

Tutte queste immagini sono abbastanza vecchie e comunque frutto della caricatura letteraria e cinematografica.

Oggi, le attività principali di un’agenzia investigativa sono le indagini svolte in ambito aziendale, nel controllo dei dipendenti, mentre in ambito familiare solitamente vengono richieste indagini per rilevare elementi di prova da utilizzare in sede giudiziaria per la determinazione, la modifica o la revoca dell’assegno di mantenimento e quindi si tratta di indagini finalizzate a dimostrare e provare attività lavorative non dichiarate, i tenori di vita e convivenze more uxorio.

In molti paesi, l’alto numero di casi relativi ad indagini finalizzate a dimostrare l’esistenza di un’infedeltà coniugale, era giustificato dalle varie normative vigenti in ciascun ordinamento in tema di separazione e divorzio, con la conseguente necessità di provare l’esistenza di una relazione extraconiugale al fine dell’addebito di responsabilità.

Negli ultimi anni, vari paesi hanno modificato la regolamentazione della separazione e del divorzio, rendendo non fondamentale l’addebito di responsabilità oppure escludendo del tutto tale fattispecie, tanto da ridurre statisticamente il numero delle investigazioni sull’infedeltà coniugale.

Nel mondo, il lavoro di investigatore privato può essere classificato in diversi modi. Riassumendo possiamo suddividerlo nelle seguenti 4 parti, anche se logicamente questa è una visione di insieme e alcune attività sono autorizzate in alcuni paesi e vietate in altri. Ma in questo articolo sto analizzando una visione globale e non tipica di un determinato paese.

Le indagini antifrode sono principalmente svolte dalle agenzie investigative per grandi compagnie assicurative, sia private che governative. Tali investigazioni comprendono attività di sorveglianza statica (appostamento) e dinamica (pedinamento). Molte di queste indagini si occupano di sinistri stradali, incidenti domestici, richieste di indennità per disabilità fisica. Gli investigatori privati nello svolgimento di tali indagini effettuano interviste, sopralluoghi tecnici, rilievi e perizie, effettuano appostamenti e pedinamenti continuativi per accertare evidenze contrastanti con lo stato di disabilità dichiarato.

Le indagini assicurative nel mondo comprendono una classificazione molto ampia, che include dall’incendio doloso alle false denunce di incidenti. In alcuni paesi laddove è prevista l’indennità di disoccupazione e varie misure di sostegno al reddito e di assistenza sociale, le investigazioni conferite agli investigatori privati mirano ad accertare attività lavorative “al nero” e comunque non dichiarate, tenori di vita ingiustificati dell’intero nucleo familiare.

Le investigazioni in ambito penale condotte di concerto con gli avvocati, costituiscono un altro campo di azione degli investigatori privati. Questo tipo di indagini includono il pedinamento anche tramite dispositivi GPS di più persone coinvolte in un procedimento penale a vario titolo. È frequente per esempio una ricerca a 360° mirata ad individuare elementi di contatto tra le parti e i testimoni, monitorando per l’appunto anche i loro spostamenti al fine di evidenziare le loro frequentazioni. Per esempio, nella quasi totalità degli ordinamenti, la frequentazione di qualche giorno antecedente alla deposizione, tra avvocato di una delle parti e i testimoni, potrebbe rappresentare un serio problema.

Le indagini difensive conferite dall’avvocato difensore, previste da alcuni ordinamenti, consentono la raccolta di prove a favore della difesa.

In alcuni paesi gli investigatori privati coadiuvati dai loro periti e team di esperti possono svolgere analisi scientifiche sui reperti organici e inorganici, perizie balistiche ed addirittura analisi di medicina legale.

In alcuni paesi altresì gli investigatori privati svolgono il servizio di consegna della convocazione in sede legale, sostituendosi alla figura dell’ufficiale giudiziario.

Le investigazioni aziendali in alcuni paesi riguardano principalmente la concorrenza tra imprese, in altri invece sono caratterizzate dal controllo della fedeltà e correttezza dei dipendenti. Nella grande distribuzione le agenzie investigative vengono anche impiegate per la tutela delle differenze inventariali mediante specifiche attività di antitaccheggio o mistery client.

Nel mondo imprenditoriale ad alti livelli, nel mondo imprenditoriale che opera a stretto contatto con funzionari della pubblica amministrazione, nel mondo delle professioni che trattano informazioni riservate e sensibili (avvocati, commercialisti, giornalisti, notai, ecc.), nel mondo dei medici e ancor più nel mondo politico, il pericolo della fuga di informazioni è altissimo e gli attori coinvolti non si possono permettere che ciò avvenga.

Ecco quindi che quasi ovunque nel mondo, gli investigatori privati su richiesta di imprenditori, professionisti e politici, effettuano bonifiche ambientali in uffici, studi professionali e studi medici, abitazioni, autovetture e dispositivi elettronici di comunicazione.

Le bonifiche ambientali attuate con strumenti tecnologici sempre all’avanguardia, mirano ad individuare la presenza di dispositivi di ascolto e ripresa video ambientale occultati in un ambiente, quelle che generalmente per semplicità vengono chiamate microspie.

Tali microspie possono essere state posizionate e installate da soci, dipendenti, colleghi, familiari e logicamente anche dalle forze dell’ordine su disposizione dell’autorità giudiziaria.

Nei paesi dove gli investigatori privati sono autorizzati a svolgere bonifiche ambientali (Italia compresa), se nel corso delle bonifiche stesse dovesse capitare di scovare microspie posizionate e installate dalle forze dell’ordine per conto dell’autorità giudiziaria, l’investigatore privato non incorre in alcuna forma di reato purché abbia provveduto anticipatamente ad identificare il mandante, sia munito di un mandato scritto e per quanto riguarda l’Italia abbia annotato le generalità del mandante stesso e la natura dell’incarico nel registro degli affari, e alla fine della bonifica abbia provveduto a redigere una relazione firmata e timbrata con il dettaglio del giorno, dell’orario, indicazione esatta dei luoghi in cui è avvenuta la bonifica ed elenco dettagliato della strumentazione elettronica utilizzata per effettuare la bonifica ambientale.

Per quanto mi riguarda, qualche anno fa effettuai una bonifica ambientale su mandato di un noto imprenditore e nel corso della bonifica trovai una microspia occultata installata da un reparto specializzato delle forze dell’ordine per conto dell’autorità giudiziaria italiana.

Seguii logicamente tutte le procedure, nei giorni immediatamente successivi fui convocato dalla polizia postale per effettuare la consegna di una copia della relazione consegnata al cliente e non ebbi alcun tipo di problema.

In molti paesi le indagini aventi per oggetto i controlli preassunzione, mediante verifica dell’attendibilità di curriculum vitae e di contenziosi passati con i precedenti datori di lavoro, sono una delle attività investigative più richieste in ambito di investigazioni aziendali.

In Italia sempre più frequentemente sono richieste indagini per la verifica delle attività svolte da un dipendente che usufruisce dei permessi concessi ai sensi della Legge 104.

Un settore di indagini aziendali richiesto in tutto il mondo è quello legato alle indagini patrimoniali volte al recupero del credito. Ormai in quasi tutti i paesi, gli investigatori privati sono sommersi di richieste di investigazioni relative all’individuazione dei rapporti bancari del debitore.

Negli Stati Uniti, nel campo delle investigazioni aziendali, gli investigatori privati sono costantemente incaricati di effettuare “Due Diligence”.

L’ultima area di applicazione delle investigazioni private nel mondo, riguarda le indagini commissionate da privati a carattere personale e per esigenze familiari. è il classico caso delle investigazioni relative all’infedeltà coniugale, alle indagini relative l’evidenziazione di un›attività lavorativa non dichiarata dall’ex coniuge che percepisce il mantenimento, alle investigazioni relative la dimostrazione del tenore di vita del soggetto che si dichiara impossibilitato a corrispondere un determinato mantenimento, alle indagini che hanno il fine di evidenziare una convivenza more uxorio, alle investigazioni per il controllo dei figli minori, alle indagini per la ricerca delle persone scomparse.

In alcuni paesi dove è frequente il verificarsi di rapimenti a scopo di estorsione o nei casi dove il rapimento riguarda i figli minori in un contesto di vera e propria guerra tra i genitori, gli investigatori privati sono regolarmente incaricati di svolgere investigazioni per il rintraccio della persona rapita.

Nei paesi poi dove è ammessa la figura dell’agente provocatore, gli investigatori privati sono incaricati da uno degli ex coniugi di dimostrare l’acquisto o la vendita di sostanze stupefacenti dell’ex coniuge.

Per realizzare queste indagini, nei paesi dove è consentito, gli investigatori privati si immedesimano in pusher oppure in acquirenti al fine di documentare direttamente e personalmente la vendita o l’acquisto di droghe. Sempre nei paesi ove è consentita la figura dell’agente provocatore, gli investigatori privati sono sovente incaricati di effettuare nell’ambito familiare delle indagini definite “controlli di integrità”.

Questa tipologia di indagini mira a provocare sessualmente il partner del mandante, creando delle occasioni studiate ad hoc per verificare seduta stante se il partner cede alla provocazione sessuale.

Ma non in tutti i paesi per vari motivi è possibile svolgere tale tipologia di indagine, in Italia si incorrerebbe tra l’altro anche nel reato di sfruttamento della prostituzione, in altri paesi (soprattutto quelli di fede islamica) sono i vincoli religiosi ad impedire lo svolgimento di quell’indagine definita “controlli di integrità”.

In tutto il mondo, le informazioni sono il prodotto degli investigatori privati. Come ottenere tali informazioni è la loro sfida. La loro fitta rete di conoscenze e pubbliche relazioni intessuta e mantenuta nel corso degli anni, consente agli investigatori privati di tutto il mondo di ottenere informazioni che i loro clienti non riescono ad ottenere.

Per quanto riguarda l’accesso alle banche dati, ciò è disciplinato differentemente da paese a paese, tanto che non vi sono casi identici di concessione di accesso a banche dati.

In alcuni paesi gli investigatori privati possono accedere alle banche dati delle camere di commercio, del catasto e del pubblico registro automobilistico.

In altri è concesso ai detective privati anche l’accesso a banche dati che registrano il possesso di natanti, di mezzi di trasporto aereo, alle banche dati contenenti i tabulati telefonici. In altri ancora, oltre a tutte le banche dati già sopra menzionate, agli investigatori privati è consentito l’accesso alle banche dati delle assicurazioni, dei tribunali, del sistema finanziario e creditizio.

Molte di queste banche dati sono on line e richiedono una forma d’accesso elettronica mediante identificazione dell’investigatore richiedente e pagamento elettronico dell’informazione evasa.

Altre banche dati tra quelle sopra menzionate sono accessibili agli investigatori privati solo in seguito alla formulazione scritta di una richiesta effettuata dai detective privati e dalla conseguente autorizzazione concessa dagli enti governativi del paese che ha rilasciato loro la licenza.

Nonostante l’utilità di molte banche dati moderne, esiste un gruppo di persone che non compaiono in questi database e diventano estremamente difficili, se non impossibili da rintracciare.

Negli Stati Uniti, “Skip tracing” (“Salta traccia”) è un termine usato per questo tipo di indagini.

Molti investigatori negli Stati Uniti effettuano indagini sotto copertura per accedere ai data base ai quali normalmente non potrebbero avere accesso, come quelli anagrafici, delle utenze domestiche, dei documenti di adozione, delle informazioni di polizia, ai database del servizio di immigrazione.

Le indagini sotto copertura sono svolte occasionalmente e sono praticate da investigatori che si infiltrano tra le persone che hanno accesso a quelle informazioni, o addirittura riescono a trovare il sistema di potersi far assumere nella realtà specifica che gestisce la banca dati ritenuta inaccessibile.

Tutto ciò, logicamente, è facilitato anche dal sistema che regola il mondo del lavoro negli Stati Uniti, dove un’assunzione o un licenziamento anche nel settore pubblico può essere effettuata normalmente e molto velocemente dal dirigente responsabile di un ente o di un ufficio pubblico.

Il professor Michael Rowe, docente di criminologia alla Northumbria University con sede a Newcastle, ha scritto un libro che è giunto alla terza edizione dal titolo: “Introduction to Policing” (Sage Publications Ltd., New York 2017). Questo libro ospita vari saggi e articoli ed in uno di questi, scritto da Gill M. e Hart J. dal titolo “Private investigators in Britain and America: Perspectives on the impact of popular culture”, i due analisti affermano che in base ai loro studi ed alle loro ricerche, la maggior parte degli investigatori privati statunitensi e britannici ​​mantiene un tenore di vita confortevole e dichiara un reddito medio.

Le differenze nei guadagni sembrano dipendere in parte dalla natura delle indagini effettuate, dalla tipologia dei loro clienti e dalla città in cui hanno la sede.

Statisticamente, la loro ricerca ha evidenziato che la stragrande maggioranza degli investigatori privati svolge per tutta la vita questa professione, continuandola fino all’età del pensionamento.

Normalmente, in tutto il mondo, gli investigatori privati applicano una tariffa oraria, oltre all’addebito di costi aggiuntivi, come benzina, vitto e alloggio.

Solo pochissime agenzie investigative al mondo, nel caso di indagini non in trasferta, applicano un prezzo forfettario che non cambia in funzione del tempo necessario per l’ottenimento del risultato.

Qui devo ammettere con orgoglio che mi vanto di far parte di questo ristretto numero di agenzie investigative al mondo e di essere l’unica in Italia, che una volta stabilito un prezzo forfettario per lo svolgimento delle investigazioni richieste non in trasferta, manterrà quel prezzo valido senza apportare alcuna modifica indipendentemente dal fatto che per cause non addebitabili alla mia agenzia investigativa, per lo svolgimento delle indagini e il raggiungimento del risultato si rendesse necessario più tempo rispetto a quello stimato in fase di conferimento del mandato professionale.

La maggior parte dei servizi investigativi generalmente non comporta una seria pericolosità, ma vi sono una certa tipologia di indagini che comportano un rischio per l’incolumità fisica molto alto, anche se ciò varia da paese a paese, da realtà sociale a realtà sociale differenti, dalla tipologia dell’indagine effettuata e anche dalla moralità, dai carichi pendenti e dai precedenti della persona oggetto di indagini. Infatti, l’investigatore privato entra in contatto con persone di tutti i livelli sociali, con ambienti di prestigio e con ambienti malfamati, oppure dove è diffusa la criminalità e deve sapersi relazionare indifferentemente con tutti gli attori che incontra durante le sue investigazioni.

Addirittura, potrebbe relazionarsi nell’arco della stessa giornata con persone famose e di prestigio e dopo poche ore con balordi o criminali aventi sovente a che fare con la giustizia.

Per questo motivo il suo abbigliamento non è standard, non è eccessivamente formale ma neanche trascurato.

L’investigatore privato deve essere estremamente flessibile ed adattabile ad ogni circostanza anche se questa muta nell’arco di poche ore, deve conoscere la forma e l’etichetta ma anche saper vivere in mezzo alla strada più malfamata.

Per di più l’investigatore privato nello svolgimento del suo lavoro e delle sue indagini entra in contatto diretto con persone che sono spesso sotto stress per motivi familiari e sentimentali, oppure in estrema difficoltà finanziaria.

È quindi di importanza fondamentale che sappia gestire qualsiasi tipo di situazione gli si configuri davanti e soprattutto ovunque questa si configuri.

Le fasi di appostamento e di pedinamento poi comportano alcuni rischi e pericoli. Il rischio che deve essere sempre evitato è quello di farsi scoprire dalla persona oggetto di indagini, ma ad annullare questo rischio concorrono due fattori: uno l’esperienza e la capacità tecnica dell’investigatore privato e l’altro la possibilità di utilizzare i GPS per il supporto nell’attività di pedinamento mediante il monitoraggio degli spostamenti delle autovetture.

In realtà, il pericolo che non è possibile annullare riguarda le fasi di appostamento in determinati luoghi e quartieri particolarmente complessi nella gestione della legalità: si pensi ad esempio ad un appostamento nelle zone più pericolose del Bronx, nelle favelas in Brasile, nel quartiere ZEN di Palermo oppure in piccoli paesini totalmente gestiti dalla criminalità di tipo mafiosa.

Talvolta, l’impossibilità di effettuare dei servizi di appostamento per quanto sopra esposto, rende necessaria da parte dell’investigatore privato una professionalità tale da poter indicare al cliente quali sono metodi di investigazione alternativa che per forza di cose debbono ovviare alla fase di appostamento.

La soddisfazione di aver risolto un caso investigativo è linfa vitale e adrenalina pura per un investigatore privato. L›autonomia personale, il fatto che un giorno non è mai uguale ad un altro giorno, l›enorme quantità delle persone con le quali si entra in contatto, la rete di relazioni sociali che ne deriva, la possibilità frequente di viaggiare, e anche all’interno della stessa città di non frequentare mai lo stesso luogo, rendono la giornata di un investigatore privato lunga ma anche affascinante.

Certo, non si timbra il cartellino, quindi per tutti coloro che hanno deciso di intraprendere questa professione occorre dire addio a vacanze programmate, al festeggiamento sistematico di compleanni e ricorrenze familiari, alla celebrazione in famiglia delle feste comandate, alla differenza tra un giorno festivo ed uno feriale, alla differenza tra il giorno e la notte.

Il telefono di un investigatore privato è acceso 7 giorni su 7 e h24.

Ecco anche perché la stragrande maggioranza degli investigatori privati sono dei single senza abitudini fisse e senza orari, oppure dei divorziati che hanno visto andare in frantumi le loro relazioni coniugali per via della tipologia di lavoro che non consente di programmare le attività di una famigliola felice, e per via della riservatezza che tale professione comporta e che impedisce di comunicare ai propri familiari quanto visto e sentito quotidianamente, a tutela della privacy dei clienti, famosi o meno che siano.

Nei paesi dove sono ammesse in sede giudiziaria le prove emerse durante lo svolgimento di indagini sotto copertura, proprio perché gli investigatori privati operano in una sorta di terra ombrosa, talvolta al confine della legalità, della moralità e dell’etica, sono spesso rappresentati con classici stereotipi.

Ma prima di lasciarsi andare in facili caricature, occorre considerare che quando un investigatore privato svolge un’indagine sotto copertura non vive una vita differente da quella di un agente infiltrato appartenente alle forze dell’ordine.

Le indagini sotto copertura sono quanto di più difficile e pericoloso può svolgere un investigatore privato in giro per il mondo.

Nei paesi dove sono ammesse in sede giudiziaria le prove emerse durante lo svolgimento di indagini sotto copertura, queste investigazioni sono realizzate solo da investigatori privati esperti, con una consolidata formazione non teorica ma pratica, derivante dalla vita di strada, dalle esperienze critiche vissute, dalla capacità dell’investigatore privato di improvvisare, di emozionarsi a comando o di rimanere freddo e glaciale di fronte a qualsiasi circostanza, dalla capacità di fare affidamento solo su se stesso e risolvere da solo anche la situazione più complessa.

Dal saperne uscire vivo, invisibile e senza lasciare traccia, ma sempre da solo, senza l’aiuto di nessuno.

Le indagini sotto copertura comportano un lavoro “sporco”, con la realizzazione talvolta di condotte illegali o non etiche che in Italia comunque sono severamente vietate e non ammesse come procedura di reperimento di prove valide in sede giudiziaria.

Le condotte illegali o non etiche realizzate da investigatori privati durante lo svolgimento di indagini sotto copertura riguardano: intercettazioni ambientali, tabulati telefonici, accesso a banche dati riservate, sottrazione della posta ordinaria dalla buca delle lettere, dichiarare un’identità differente alla propria, ottenere l’ingresso in un determinato ambiente sotto false pretese, mettere in scena un incidente per distrarre i presenti in un determinato luogo oppure entrare in contatto con i soggetti coinvolti nell’incidente per appurarne l’identità, sgonfiare la gomma di un’auto lasciata parcheggiata solitamente da una donna in un prestabilito luogo di incontro, per costringere il suo amante a tornare sul luogo stesso per cambiare la gomma ed avere così a disposizione molto tempo per effettuare dei servizi fotografici della coppia.

Nel libro dal titolo “Police leadership and Management” a cura di Margaret Mitchell e John Casey (Federation Press, Sydney 2007), il professor Tim Prenzler, docente di Criminologia all’università australiana Griffith University situata nella città di Brisbane, ha scritto un capitolo dal titolo “Private police: partners or rivals?”, nel quale ha raccolto alcune testimonianze di investigatori privati australiani e non, i quali hanno raccontato che per dare meno nell’occhio oppure destare meno sospetti, molto spesso hanno effettuato indagini portando a spasso un cane, oppure portando a passeggio il proprio figlio o nipote neonato all’interno di un passeggino, hanno indossato tute da lavoro per apparire come operai intenti alla manutenzione o a quant’altro, lavorando in coppia uomo donna si sono finti fidanzati, amanti, coniugi, hanno utilizzato stampelle e sedie a rotelle magari con un accompagnatore al seguito, si sono finti clochard per giorni e notti intere e continuative al fine di poter permanere in un determinato luogo, si sono finti lavavetri a un semaforo o dediti all’attività di accattonaggio.

Nessuno può immaginare cosa ciascun investigatore privato abbia nel corso della sua storia professionale dovuto fare e mettere in scena per raggiungere ed ottenere le tanto desiderate prove da consegnare ai suoi clienti. Altri hanno raccontato di avvalersi di donne attraenti, vestite in modo provocante e appositamente microfonate in modo occulto, per entrare in contatto e ricevere dichiarazioni e confessioni da uomini oggetto di indagine.

Un investigatore privato britannico ha ricordato che quando aveva dieci anni, suo padre, anch’egli investigatore privato, un’estate affittò una casa al mare adiacente ad una coppia sulla quale stava indagando e portò con sé l’intera famiglia senza raccontare loro nulla dell’indagine che stava svolgendo.

Solo quindici anni dopo, quando decise di entrare nell’agenzia investigativa di suo padre, quest’ultimo gli raccontò di quella strana estate passata in una casa al mare e con giornate trascorse con partite di calcio organizzate dal padre nel prato antistante la casa che stava sorvegliando.

Capì allora che le continue foto che il padre scattava ai ragazzi che giocavano a pallone, nascondevano le foto che contemporaneamente scattava a tutte le persone che entravano ed uscivano da quell’abitazione che era la sede di una setta satanica.

Tornati da quell’assurda vacanza, la moglie divorziò perché non ne poteva di più dei segreti di suo marito e anche quella volta non ricevette mai una spiegazione riguardo al fatto che pur possedendo una casa al mare in un’altra località, quell’estate la famiglia trascorse una vacanza in una casa più piccola e più scomoda della loro e in luogo molto meno attraente.

Come ho finora più volte accennato, la normativa disciplinante il settore delle investigazioni private è differente da paese a paese. Vi sono comunque in tutto il mondo dei principi comuni.

Un elemento basilare e comune a ciascun ordinamento è che l’esercizio della professione di investigatore privato è subordinata al rilascio di una licenza governativa, solitamente riconducibile al Ministero degli Interni, ma che tale licenza non conferisce eventuali poteri di limitazione della libertà personale altrui o di violazione della privacy, tantomeno conferisce diritti speciali.

Di conseguenza, nel corso del loro lavoro, gli investigatori privati sono soggetti alle leggi penali e civili allo stesso modo di qualsiasi altro cittadino.

Gli investigatori hanno obblighi contrattuali verso i loro clienti e tali obblighi sono disciplinati dalle norme di diritto civile o dalle normative commerciali a seconda dei paesi in cui le agenzie investigative operano.

Il filo conduttore delle azioni di qualsiasi investigatore privato nel mondo è che questo deve agire esclusivamente nell’interesse del cliente. L’interesse del suo cliente deve essere il faro o la bussola che indirizza il corso delle sue investigazioni.

A volte, a proposito di privacy, capita di sentire qualcuno che si pone tale domanda: ma l’investigatore privato che ha ricevuto l’incarico dal suo cliente, è autorizzato comunque a monitorare gli spostamenti ed a fotografare la persona oggetto di indagini? La risposta è affermativa, in qualsiasi parte del mondo un investigatore privato può accertare gli spostamenti e fotografare le attività inerenti (ma non eccedenti) l’oggetto dell’incarico.

Dove può fotografare? Certamente in qualsiasi luogo pubblico. Occorre però ricordare che se l’attività di indagine in corso, nel momento proprio in cui viene effettuata non è svolta con discrezione ma diventa persino palese e riscontrabile dalla persona oggetto di indagini, allora l’investigatore privato deve interrompere immediatamente l’attività di indagine per non incorrere nel reato di molestia.

Certo, potrà riprenderla in seguito, anche pochi minuti dopo, magari cambiando il collaboratore che stava svolgendo l’indagine, in modo tale che la persona oggetto di indagini non si renda conto di essere ancora sotto sorveglianza.

Ma è altrettanto certo che quando ciò accade è un problema per l’investigatore privato e per l’interesse del suo cliente. L’investigatore privato ed i suoi collaboratori sono un gruppo di professionisti del mestiere, non sono degli improvvisati e quindi devono mettere in atto tutte quelle misure e tecniche che esistono e che costituiscono i segreti e i trucchi del mestiere, al fine di evitare proprio che la persona oggetto di indagini si accorga di essere sottoposta a sorveglianza. Occorre dire che alla stragrande maggioranza delle agenzie investigative nel mondo, la mia compresa, durante il periodo preso in esame per svolgere le investigazioni conferite, non è mai capitato di essere “scoperti” dalle persone oggetto di indagini.

A tutti noi investigatori privati è altrettanto chiaro che quando ad un’agenzia investigativa capita che la persona oggetto di indagini si accorga di essere sottoposta a sorveglianza, vuol dire che non sono state adottate e messe in atto tutte quelle misure, tecniche, trucchi e segreti che costituiscono la base del mestiere di un investigatore privato professionista.

Ecco perché in questo lavoro, come in molti altri, non ci si può improvvisare, che anche i collaboratori che svolgono il loro lavoro devono essere perfettamente formati ed addestrati, che all’inizio del loro percorso professionale, quando sono ancora piuttosto inesperti, non possono mai essere abbandonati a sé stessi nello svolgimento dell’indagine, ma devono essere sempre accompagnati e supportati da almeno un investigatore privato o da un collaboratore molto esperto.

È difficile se non impossibile misurare e quantificare la percentuale dei casi risolti in media dalle agenzie investigative, soprattutto perché in tema di privacy è assolutamente impossibile sapere con affidabilità quante e quali tipologie di indagini abbia ricevuto come incarico un’agenzia investigativa. A tal proposito vi è comunque uno studio realizzato nel 2002 dal professor Tim Prenzler dal titolo: “Legal control of private investigators and associated private agents: profile and iussues”, pubblicato sull’Australian Journal of Law and Society, nel quale, prendendo in esame una ricerca effettuata sulle agenzie investigative australiane, è stato stimato che il tasso di risoluzione dei casi varia dal 75% al 95%, a seconda della tipologia di indagine, della città in cui ha sede l’agenzia investigativa e dalla capacità e professionalità dell’investigatore privato.

Per quanto mi riguarda, ho effettuato un’analisi del totale dei casi a me conferiti ed è emerso che la mia agenzia investigativa a fronte di un totale di 4043 incarichi ricevuti ha un tasso di risoluzione dei casi pari al 97%.

Logicamente come in tutte le professioni la possibilità di ottenere risultati positivi dal proprio lavoro dipende da un insieme di fattori quali la capacità, la professionalità, l’esperienza, la tenacia, la determinazione, la disponibilità di risorse da utilizzare e impiegare, dalla tipologia del luogo o del paese nel quale si opera, ma vi è un elemento che deve essere assolutamente comune ed identico a qualsiasi investigatore privato sulla faccia della Terra, dal primo all’ultimo nessuno escluso, e mi riferisco alla riservatezza, che è un concetto ancora più determinante della privacy.

Per riservatezza intendo che l’investigatore privato deve portarsi i suoi segreti nella tomba.

Logicamente nel suo lavoro entrerà in contatto con persone famose o meno, con casi più o meno delicati, avrà modo di vedere e di ascoltare cose che non dovranno mai essere comunicate a nessuno, neanche ai propri familiari o amici più stretti.

L’elemento della riservatezza non può mai mancare, costituisce lo spirito e l’anima di qualsiasi investigatore privato e se qualcuno di noi non dovesse far proprio questo principio, se non dovesse sentirlo albergare decisamente dentro di sé, avrebbe certamente sbagliato lavoro ed il tempo, prima o poi lo metterà di fronte al fatto compiuto.


Luca D’Agostini

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