Non diciamo che George Orwell non ci aveva messo in guardia: nel suo romanzo "1984" l'intera popolazione del pianeta viveva in un mondo controllato da un’istituzione centrale che non lasciava alcun spazio alla vita privata. Come spesso accade, la realtà supera la fantasia.
Infatti, al giorno d'oggi, il telefono cellulare, che ormai entra far parte della nostra esistenza già dagli inizi dell'adolescenza, trasmette frequentemente al gestore telefonico la nostra posizione topografica con un’approssimazione che va dal centinaio alle decine di metri, a seconda della dimensione della "cella" del ripetitore radio telefonico più vicino.
Questa, ci piaccia o meno, è una condizione essenziale per il funzionamento del sistema di telefonia cellulare che deve sempre sapere dove si trova un certo dispositivo per consentirgli di essere raggiunto da una telefonata in arrivo.
La memorizzazione dei dati del posizionamento di ciascun telefono cellulare e la registrazione, sempre da parte del gestore, in uno speciale “log”, dei numeri telefonici chiamati o ricevuti, nonché degli SMS ricevuti o inviati da una determinata utenza telefonica, sono riportati in un data-base, comunemente chiamato "tabulato telefonico", il quale è a disposizione dell'autorità giudiziaria che dovesse farne richiesta. Occorre inoltre considerare che esistono alcuni modi per trasformare un qualsiasi telefonino in un’eccellente spia ambientale.
Il primo consiste nell’inviare alla potenziale vittima uno speciale SMS contenente un apposito file; qualcosa di molto simile a un virus informatico (in gergo tecnico definito "trojan"). È però necessario che il destinatario apra l’SMS in questione perché il “malware” si installi automaticamente e all’insaputa della vittima.
Da quel momento, chi sta spiando avrà contezza di tutto ciò che il telefono cellulare produce e trasmette: conoscerà tutta la rubrica, avrà modo di ascoltare e registrare le conversazioni telefoniche, conoscere tutti i testi dei messaggi inviati e ricevuti (in qualsiasi modo o con qualsiasi applicazione questi vengano trasmessi), potrà conoscere le password digitate e localizzare il telefono cellulare della persona spiata.
Ovviamente nessun indizio segnalerà alla vittima quanto sta succedendo: il telefonino non s’illuminerà né emetterà alcun rumore, né sarà possibile con un'analisi tecnica o una perizia rilevare la presenza di un virus all'interno del telefono.
Come difendersi dunque? Per una volta la cosa non è particolarmente difficile: è sufficiente trasferire la scheda SIM in un altro telefonino sicuramente “pulito” in modo tale da interrompere la fuga di informazioni. Ciò non toglie però, che potremo nuovamente ricevere un altro SMS contenente un trojan e, quindi ritrovarci nella medesima condizione precedente.
Il secondo sistema per trasformare un qualsiasi telefonino in spia ambientale, è quello di installare via cavo sul telefonino stesso un software spia dedicato a quella marca e modello di apparecchio telefonico. Questi software, del costo di circa un migliaio d'euro, sono acquistabili in alcuni shop on-line, ma necessitano comunque di essere installati manualmente su di un telefono cellulare.
Ciò vuol dire che chi sta operando l'azione di installazione del software deve avere a disposizione per circa venti/trenta minuti il telefono cellulare della persona spiata, e nel caso il telefono sia protetto da un codice d'accesso, deve averne conoscenza al fine di sbloccare le funzionalità del telefono cellulare stesso.
Non solo i telefoni cellulari sono però una fonte di informazione per chi intende controllarci.
La carta di credito, il bancomat, raccolgono informazioni sui nostri spostamenti e, potenzialmente, sulle nostre scelte di acquirenti. Inoltre, apposite organizzazioni e aziende raccolgono, e commercializzano, dati sulle nostre abitudini di consumatori on-line, sui nostri interessi socio culturali e di svago, sulle nostre passioni o necessità del momento, non solo quando effettuiamo acquisti, ma anche solo semplicemente quando effettuiamo una consultazione nei motori di ricerca o visitiamo siti internet.
I dispositivi pers piarci, controllarci, ci sono e sono ben attivi! Semmai è la conoscenza delle loro potenzialità che scarseggia.
In Italia le attività di intercettazione telefonica, ambientale, telematica e informatica, sono rigidamente disciplinate dal Codice di Procedura Penale e consentite alla sola Autorità di Polizia Giudiziaria, eventualmente con la collaborazione del gestore telefonico, su provvedimento motivato del Pubblico Ministero che deve preventivamente richiedere l'autorizzazione al Giudice per le Indagini Preliminari secondo il dispositivo di cui all’art. 266 delc.p.p. (Intercettazioni di conversazioni o comunicazioni).
L’autorizzazione può essere concessa, secondo i limiti di ammissibilità contenuti nello stesso dispositivo (comma 1, dalettera A a F-bis e comma 2), con decreto motivato, solo in presenza di gravi indizi di reato, solo quando l'intercettazione siaassolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini e solo per un periodo di tempo limitato (circa quarantacinque giorni, rinnovabili su richiesta, anch'essa motivata).
A tutto ciò si può, parzialmente, derogare nei soli casi diurgenza: “Quando vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio alle indagini”. In tali evenienze, il P.M. può disporre direttamente questo mezzo di ricerca della prova, con decreto motivato che va comunicato immediatamente, e comunque non oltre le ventiquattro ore, al Giudice per le Indagini Preliminari il quale, entro quarantotto ore dal provvedimento, decide, con decreto motivato, sull'eventuale convalida.
Se la disposizione del P.M. non viene convalidata, l'intercettazione deve essere immediatamente interrotta, i suoi risultati non possono essere utilizzati e devono essere distrutti. I moderni dispositivi elettronici per le intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e informatiche consentono a chiunque sia dotato di un minimo di conoscenze tecniche anche superficiali, di effettuare con facilità e a costi contenuti, delle intercettazioni.
Anche coloro che non avessero la benché minima dimestichezza con questa tecnologia, possono facilmente trovare qualche sciagurato, fin troppo disinvolto, disponibile a effettuare per loro conto tale reato.
Occorre infatti ricordare, che le intercettazioni, ambientali, telefoniche o telematiche che siano, se abusive, sono perseguite da pesanti sanzioni del Codice Penale, oltre a essere, ovviamente, del tutto inutilizzabili in ambito processuale.
Fino a pochi anni fa, il costo di una microspia professionale, a differenza di quelle classificabili a livello di “gadget”, era a dir poco proibitivo. Si trattava di microspie radio.
Ciò significa che oltre alla microspia vera e propria "trasmettitore", infatti, occorreva fornirsi di un "ricevitore", ossia di un apparecchio radio appositamente progettato per ricevere le frequenze radio trasmesse dalla microspiae dotato della necessaria sensibilità per far fronte alle basse potenze di emissione proprie di questi dispositivi d'ascolto ambientale.
Al contrario, le microspie a basso costo, poco più che giocattoli, trasmettevano su frequenze ascoltabili con una comune radio o autoradio FM, allo scopo di evitare la spesa elevata per un ricevitore dedicato. Il risultato che si otteneva utilizzando questi inutili giocattolini, era assai pessimo. Infatti una comune radio è progettata per ascoltare trasmissioni commerciali che, di norma, sono emesse con potenze rilevanti, allo scopo di coprire una vasta area geografica e non hanno bisogno quindi di una sensibilità eccessivamente spinta. Inoltre la selettività, ossia la capacità di separare due emissioni con frequenze vicine tra loro, non ha ragione di essere troppo elevata.
Diversamente da ciò, un ricevitore dedicato all'ascolto delle microspie, o anche un “radio scanner”, nasce per ricevere segnali anche debolissimi e/o adiacenti ad altre emissioni di potenza ben maggiore.
Quindi la selettività di questi apparati deve essere molto elevata, con conseguente incremento della complessità circuitale e, in ultima analisi, del costo finale.
Oggi le cose sono alquanto cambiate: il progresso tecnologico, dovuto, principalmente, allo sviluppo della telefonia cellulare e dell'informatica, consente un abbattimento dei costi, anche per gli speciali ricevitori denominati “radio scanners”, con la conseguenza che la maggior parte delle microspie son divenute alla portata di quasi tutte le tasche.
Installare un software spia su un telefono cellulare per trasformarlo in un dispositivo d'ascolto ambientale attivabile da qualsiasi distanza, anche dalla parte opposta del pianeta, è un'operazione abbastanza semplice e, tutto sommato, anche relativamente poco costosa.
Quindi, anche le microspie hanno beneficiato dello sviluppo delle moderne tecnologie.
Tali dispositivi sono divenuti ormai uno strumento frequentemente utilizzato per carpire informazioni, segreti industriali, o per inguaiare mariti troppo "farfalloni" e donne eccessivamente “disinvolte”.
Se fino a pochi anni addietro erano solo i paranoici a temere di essere osservati o spiati, oggi la tecnologia produce apparati miniaturizzati nascosti negli oggetti più banali e davvero capaci di sorvegliare chiunque, a volte anche a costi alquanto accessibili.
Le dimensioni di queste microspie sono sempre state molto contenute, per l’ovvia necessità di nasconderle nei pressi della vittima di tali attenzioni. Il principale problema da risolvere è sempre stato quello relativo al sistema di alimentazione, ossia alla durata della sua autonomia.
Entrando nel dettaglio dell’analisi di questi dispositivi, occorre sottolineare la differenza tra “cimici” e “microspie”.
Le “cimici”, essendo piccolissimi dispositivi, sono alimentate con delle micro batterie le quali però consentono al dispositivo stesso un’autonomia molto limitata, stimata solitamente in poche ore in caso di funzionamento e al massimo di 24/30 ore in caso di stand-by.
Sono poco utilizzate poiché non sempre è facile tornare sul luogo dove è installata una "cimice", per provvedere al cambio delle batterie o alla sostituzione della cimice stessa.
Le “microspie” invece sono alimentate tramite la rete elettrica, ma richiedono quindi un minimo di conoscenze del sistema di elettricità e necessitano di un tempo superiore per l’installazione, poiché devono essere occultate all’interno delle prese elettriche o di dispositivi elettronici.
I progressi più eclatanti sono stati appannaggio dell’elettronica, sia nella direzione della miniaturizzazione dei circuiti, sia in quella della sempre maggiore integrazione di semiconduttori sulla minuscola piastrina di silicio che costituisce il cuore dei circuiti integrati.
L’aggettivo "integrato" sta ad indicare che tutti i circuiti sono inseriti nello stesso contenitore, delle dimensioni di due centimetri circa, ed il numero di componenti realizzati sulla piastrina di silicio che ne costituisce il cuore, delle dimensioni di due millimetri circa, ha largamente superato, al giorno d’oggi, i tremila elementi semplici, cosa che sino a pochi anni fa sembrava un livello di integrazione irraggiungibile.
Se il vostro lavoro comporta la conoscenza di segreti industriali o d’altro genere e temete perciò di essere spiati da qualche microspia, dovreste quindi prendere atto che non è affatto complicato spiare i discorsi che avvengono nel vostro ufficio, e che colui che vi sta spiando non deve essere un super esperto di elettronica ma deve saper solo collegare dei fili elettrici.
Per quanto concerne i costi delle microspie di buon livello, questi variano dalle mille alle quattromila euro a seconda della loro qualità e delle loro specifiche tecniche.
Ormai, nell’era della telefonia mobile, si utilizzano solo microspie GSM/UMTS, cioè contenenti al loro interno una scheda telefonica in grado di far avviare la trasmissione con una semplice telefonata, di solito ad attivazione vocale, quindi ogniqualvolta vi sia un rumore, un suono o una voce nell’ambiente sorvegliato.
Quindi, è da rammentare sempre, che al giorno d’oggi, solitamente le microspie contengono al loro interno una SIM telefonica che sarà intestata a qualcuno.
Così come, è da tenere fermamente in considerazione che ogni comunicazione, in qualsiasi modo essa venga effettuata, è intercettabile.
Si tratta solo di valutare il rapporto costo/benefici. E i costi sono sempre giustificati dalla rilevanza dei segreti da carpire.
È vero, come prima ho già menzionato, esistono anche delle microspie di livello molto modesto, che io definisco "gadget". Questi "giocattolini", hanno una qualità pessima e la resa del loro funzionamento è del tutto insoddisfacente. Facciamo un esempio: supponiamo di trovarci in una stanza dove siano riunite diverse persone che discutono animatamente fra loro. Una di tali persone sta parlando con noi e, magari, per complicare ulteriormente la cosa, la finestra è aperta e dalla strada sale il rumore di fondo del traffico cittadino.
La situazione descritta non è certo ideale per sostenere una conversazione, tuttavia riusciamo a capire quello che ci dice il nostro interlocutore, grazie all’uso di due strumenti di eccezionale sofisticazione: l’orecchio ed il cervello.
Infatti, purché il livello delle voci intorno a noi sia leggermente inferiore a quello di chi ci parla, spostando istintivamente il capo selezioneremo con un orecchio ciò che ci interessa, passando da un ascolto stereofonico ad uno monofonico.
Il cervello farà il resto, concentrando su ciò la nostra attenzione considerando tutto il resto come rumore di fondo.
Qualcosa di simile avviene per una madre che dorme tranquillamente nonostante la televisione accesa ed altri rumori ambientali, ma viene risvegliata al minimo accenno di pianto del bambino.
Facciamo ora un esperimento d’altro genere: lasciamo un comune registratore acceso, in posizione "record" ovviamente, in una stanza dove parlano più persone. Potremo constatare, riascoltando le voci incise, che i risultati sono assolutamente deludenti e spesso è addirittura impossibile capire ciò che viene detto.
Le cause di una qualità di registrazione così bassa sono molteplici e poco influenzate dalla qualità dell’apparecchio.
Se la stanza dove si svolge la prova è priva di tendaggi o con poco arredamento, come spesso sono gli uffici o gli studi professionali, un certo riverbero delle voci renderà queste assai poco chiare.
Se le persone parlano fra di loro in modo appena animato, tenderanno ad alzare la voce ed a parlare tutti contemporaneamente.
Questo fatto provocherà la saturazione dei circuiti di amplificazione del microfono con la conseguenza che il parlato risulterà cupo e privo dei toni acuti.
È pur vero che i registratori di buona qualità sono dotati di un circuito elettronico che regola automaticamente il guadagno dell’amplificatore microfonico in funzione del rumore ambientale, ma anchequesto dispositivo ha dei limiti nelle sue possibilità di controllo e questi possono essere facilmente superati quando si verifica il caso precedente.
Soprattutto il fatto che i suoni siano riprodotti da un altoparlante, rende impossibile per il cervello umano sfruttare la diversa direzione di provenienza delle varie voci, ossia l’effetto tridimensionale, per selezionarne una in particolare. Ogni rumore di fondo giungerà all’orecchio mescolato alle voci registrate in modo talmente omogeneo da impedirci di "escluderlo" dall’ascolto.
Le frequenze acustiche della voce umana si estendono in una banda compresa fra un minimo di 300Hz ed un massimo di 3000 Hz. In queste frequenze rientrano sia le note squillanti del gentil sesso che lenote gravi dei bassi.
Inoltre la forma d’onda della voce, che in gergo tecnico si definisce "inviluppo", possiede delle caratteristiche peculiari che ben la caratterizzano. Spessissimo, quando si utilizza una microspia, ci si trova ad affrontare una registrazione audio inquinata da rumori di fondo, echi, rimbombi che la rendono poco intelligibile. Solo nel caso in cui abbiamo utilizzato una microspia professionale, e quindi di alta qualità, possiamo migliorarne enormemente la comprensibilità sottoponendola ad uno o più passaggi attraverso una "pulizia" audio che effettuata da uno specifico tecnico potrà eliminare o attenuare consistentemente tali disturbi. Ricordiamo poi, che le voci viaggiano su una frequenza diversa dalla musica per esempio, oppure ai rumori di un treno, di un aereo, di una sirena.
L'azione posta in atto da questo tecnico dell'audio potrà eliminare tutti i suoni che ostacolano la comprensione delle voci, rendendo così chiara e pulita la possibilità di ascolto e di comprensione.
Bene, ho portato questo esempio per chiarire uno dei più rilevanti problemi tecnici che limitano notevolmente la funzionalità sia delle "cimici" sia di eventuali registratori nascosti.
Spesso la qualità audio di questi dispositivi di bassa qualità, cioè di tali "gadget" o meri giocattolini, a causa dei problemi di cui ho appena parlato, è tale da renderli inutili, a meno che nella stanza dove è nascosta la microspia non vi sia una sola persona che parla al telefono, ma, in questo caso, qualora a chi intercetta fosse possibile accedere nella stanza quotidianamente, più che una trasmittente ambientale sarebbe preferibile utilizzare un registratore digitale, (tipo quelli che si utilizzano all'università per registrare le lezioni), dotato della funzione VOX, ossia dell'attivazione vocale che permette di avviare la registrazione in un file digitale ogni volta che si inizia a parlare nella stanza ove il registratore è stato posizionato.
In questo caso, i vantaggi di un registratore digitale sono molteplici:
- primo, è facilmente applicabile, poiché è sufficiente posizionarlo sopra un mobile ad un'altezza dove non l'occhio non arriva a vederlo;
- secondo, perché non trasmettendo alcun segnale, i frequenzimetri della strumentazione per la bonifica ambientale non riescono a rilevarne la presenza;
- terzo, perchè anche qualora durante l'ispezione visiva propria di un'attività di bonifica ambientale, il registratore digitale dovesse essere rilevato, non si avrà la certezza di chi è stato a posizionarlo in quanto manca un elemento identificativo insito nelle moderne microspie: cioè la SIM telefonica inserita nel dispositivo stesso, che a qualcuno sarà sicuramente intestata.
Le microspie non sono solo audio. A prezzi tutto sommato abbordabili, esistono dei dispositivi audio/video ambientali, cioè microtelecamere della grandezza di un capo di uno spillo, occultate negli oggetti più disparati, solitamente però sempre alimentati dalla rete elettrica.
Tali telecamere, attivandosi ad ogni movimento avvenuto nell'ambiente ove sono occultate, attraverso una videochiamata trasmettono le immagini a un telefono cellulare anche se quest'ultimo si trova nell'altra parte del pianeta.
Ma attenzione! Occorre ricordare che le vigenti leggi in materia di tutela della privacy, proibiscono questo tipo di intercettazioni. Ignorarle espone a rilevanti sanzioni penali.
Analizziamo allora brevemente quali sono le implicazioni legali sull'uso degli apparati di intercettazione e/o registrazione.
È a tutti noto che anche l’autorità di Polizia, qualora nello svolgimento delle indagini debba effettuare una intercettazione telefonica o un ascolto ambientale, deve essere preventivamente autorizzata dalla magistratura che valuta, per ogni singolo caso, l’opportunità di concedere o meno tale autorizzazione.
Come già scritto precedentemente, l’uso di microspie o di apparati di registrazione audio o video, può comportare la violazione di precise norme del Codice Penale. Ritengo pertanto utile ricordare un estratto di tali norme al fine di palesare le implicazioni legali connesse.
Art. 614 - Violazione di domicilio
"Chiunque s'introduce nell'abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi s'introduce clandestinamente o con l'inganno, è punito con la reclusione da uno a quattro anni.
Alla stessa pena soggiace chi si trattiene nei detti luoghi contro l'espressa volontà di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa.
La pena è da due a sei anni, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato."
Art. 615 bis - Interferenze illecite nella vita privata
"Chiunque, mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell'articolo 614, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Alla stessa pena soggiace, salvo che il fatto costituisca più grave reato, chi rivela o diffonde, mediante qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, le notizie o le immagini ottenute nei modi indicati nella prima parte di questo articolo.
I delitti sono punibili a querela della persona offesa; tuttavia si procede d'ufficio e la pena è della reclusione da uno a cinque anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato."
Art. 617 - Cognizione, interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni
o conversazioni telegrafiche o telefoniche
"Chiunque, fraudolentemente, prende cognizione di una comunicazione o di una conversazione, telefoniche o telegrafiche, tra altre persone o comunque a lui non dirette, ovvero le interrompe o le impedisce è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la stessa pena si applica a chiunque rivela, mediante qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, in tutto o in parte, il contenuto delle comunicazioni o delle conversazioni indicate nella prima parte di questo articolo.
I delitti sono punibili a querela della persona offesa; tuttavia si procede d'ufficio e la pena è della reclusione da uno a cinque anni se il fatto è commesso in danno di un pubblico ufficiale o di un incaricato di un pubblico servizio nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, ovvero da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato".
Art.617bis- Installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni oconversazioni telegrafiche o telefoniche
"Chiunque, fuori dei casi consentiti dalla legge, installa apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti al fine di intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche tra altre persone è punito con la reclusione da uno a quattro anni.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni se il fatto è commesso in danno di un pubblico ufficiale nell'esercizio o a causa delle sue funzioni ovvero da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o servizio o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato."
Illustrati alcuni modi in cui possono avvenire fughe di informazioni, rappresentato molto sinteticamente il quadro della normativa in Italia, è lecito chiedersi: è possibile difendersi dalle intercettazioni ambientali? Iniziamo con la considerazione che le contromisure sono un campo riservato ai professionisti. Esistono varie tipologie di difesa.
La prima e la più importante, che di seguito analizzerò, è la bonifica ambientale, ossia una bonifica di ambienti e/o veicoli realizzata utilizzando dispositivi altamente tecnologici e professionali idonei a rilevare la presenza di microspie.
Un’importante caratteristica delle microspie GSM/UMTS, dal punto di vista della bonifica, è la loro difficile individuazione con i normali strumenti, siano questi dei misuratori di campo o analizzatori di spettro o altro.
Queste microspie, infatti, trasmettono solo quando ricevono una chiamata dall’esterno, dal cellulare usato per spiare. Di norma, tali microspie sono “silenti” ad eccezione di quei modelli progettati per attivarsi automaticamente alla presenza di voci o rumori.
Motivo per il quale, durante le operazioni di bonifica si emettono rumori vocali di "prova", al fine di far attivare eventuali microspie occultate nell'ambiente.
Esistono poi microspie di ultimissima generazione che si nascondono agli strumenti di bonifica, entrando in quella che potremmo definire "modalità aereo", cioè una fase di stand-by nella trasmissione.
Il problema quindi consiste nella impossibilità di individuare una frequenza di trasmissione quando questa non c’è! Come fare, dunque, durante un'operazione di bonifica ambientale quando si ha ragione di sospettare la presenza di una spia GSM/UMTS? Il funzionamento del sistema telefonico cellulare richiede di conoscere la posizione di ogni telefonino attivo, allo scopo di poterlo raggiungere in seguito ad una chiamata.
Per questo motivo, ogni terminale invia, a intervalli programmati (solitamente ogni ora circa), una stringa di dati contenente l’IMEI, ossia il “nome e cognome” univoco di quell’apparecchio, diverso per ogni telefonino sulla faccia della Terra, il proprio numero, registrato sulla SIM, e altri dati essenziali al funzionamento del sistema. In questo caso, tenendo gli strumenti accesi anche dopo aver effettuato la bonifica ambientale, è possibile rilevare il segnale di “polling” tra la microspia e il satellite.
Qualora non si volesse attendere di rilevare il polling tra l’eventuale microspia e il satellite, un’altra soluzione consiste nel costringerla ad attivarsi al nostro volere tramite un “jammer”. Si tratta di un dispositivo in grado di generare un radio disturbo, chiamato “rumore bianco” su tutte le frequenze usate dai telefoni cellulari, ma anche dai dispositivi GPS e dai router Wi-Fi. Se la microspia GSM si trova nel raggio di azione del “jammer”, perde il segnale della cella telefonica per tutto il tempo che lo strumento è in funzione.
In seguito, non appena il jammer viene spento, la microspia siattiva lanciando il suo segnale di riconoscimento verso la cella telefonica più vicina e ne attende la risposta.
Se in questo breve momento teniamo acceso l’analizzatore di spettro, vedremo apparire un picco disegnale completo della relativa frequenza e intensità.
Lo stesso se stiamo usando un misuratore di campo elettromagnetico. Tornando alla domanda relativa a come possiamo difenderci da eventuali microspie GSM/UMTS presenti in un determinato ambiente, o da un dispositivo GPS applicato in un veicolo, possiamo considerare l’utilizzo di un jammer proprio come una delle soluzioni più efficaci di difesa.
In questo modo avremo inibito qualsiasi microspia presente all’interno del raggio di azione del jammer, rendendo impossibile l’attività di intercettazione ambientale, e impediremo anche al GPS di trasmettere la posizione del veicolo sul quale lo stesso è applicato, rendendo così impossibile sia il monitoraggio degli spostamenti e un’attività di pedinamento particolarmente sicura.
Occorre però notare che in Italia gli Art. 340, 617 e 617 bis del Codice Penale puniscono l’uso e l’installazione per scopi fraudolenti dei jammer, perché potenzialmente in grado di interrompere un pubblico servizio come quello delle comunicazioni telefoniche cellulari.
Come poco fa ho accennato, un altro dispositivo in grado di trasmettere i propri segnali a qualunque distanza, sfruttando la rete telefonica cellulare, per segnalare la propria posizione geografica con un’approssimazione massima di pochissimi centimetri, è il localizzatore satellitare GPS. In un contenitore poco più grande di un telecomando apri cancello sono inseriti un navigatore satellitare e, appunto, un telefono cellulare, completi delle rispettive antenne.
L’installazione su un’automobile è semplicissima e veloce. Infatti, il localizzatore satellitare GPS è dotato di un potente magnete al neodimio, per cui basta appoggiarlo sotto il pianale metallico della vettura perché rimanga in posizione, senza pericolo che si distacchi e vada perduto.
Ogni qualvolta il veicolo sul quale è applicato il GPS si sposta ed effettua una sosta, ed anche durante tutto il percorso effettuato (in questo caso ad intervalli di frequenza che abbiamo precedentemente impostato), il numero della scheda SIM inserita nell’apposito alloggiamento del localizzatore satellitare invia un SMS contenente le coordinate geografiche (Nord/Est) del punto in cui si trova il dispositivo. Il messaggio del localizzatore satellitare GPS può essere inviato ad un determinato numero di telefono (anch’esso precedentemente impostato) o ad una piattaforma con le mappe di Google Maps o, meglio, a Google Earth. Il sistema di precisione è semplicemente impressionante.
Di solito non vi è mai margine di errore, ma quando questo raramente avviene, il margine di approssimazione potrà essere massimo di una trentina di centimetri.
Il software di controllo del localizzatore satellitare permette inoltre una serie di opzioni estremamenteutili: ad esempio, si può programmare con facilità il dispositivo per farlo rimanere in stand-by finché il veicolo controllato è parcheggiato, aumentando così in modo considerevole l’autonomia della batteria al litio del localizzatore, che può arrivare a superare i quindici/venti giorni.
Qualora, addirittura il dispositivo GPS fosse collegato con la batteria del veicolo, l’autonomia dell’alimentazione è virtualmente illimitata.
Inoltre, anche se il veicolo monitorato viene riposto in un box o in un garage dove non arrivano i segnali del sistema satellitare GPS, sarà sempre possibile seguirne il percorso, visualizzando l’ultima posizione utile, che può anche essere molto vicina al luogo dove il veicolo è parcheggiato.
Naturalmente, se l’uso del localizzatore satellitare GPS come antifurto è perfettamente lecito, lo stesso non si può dire quando fosse usato per spiare gli spostamenti delle persone, ad eccezione degli investigatori privati i quali sono autorizzati ad utilizzare i localizzatori satellitari GPS per lo svolgimento delle investigazioni che gli sono state conferite dal mandante. Passiamo ora ad analizzare alcuni segnali premonitori d’intercettazione. A tutti può capitare, pur senza essere paranoici, di sentirsi spiati.
Ebbene, quali potrebbero essere i segnali premonitori che dovrebbero metterci sull’avviso e farci valutare, serenamente e senza esagerazioni, la realisticità dei nostri sospetti o delle nostre sensazioni e considerare la possibilità di prendere contatto con un investigatore privato esperto in bonifiche ambientali da microspie:
• Avete rilevato tracce di estranei che sono entrati nella vostra proprietà ma nulla è stato rubato/asportato;
• Veicoli sospetti sono spesso parcheggiati nei pressi dei vostri locali/della vostra proprietà;
• Si sono presentati operai e/o tecnici per interventi di manutenzione e/o riparazione mai richiesti;
• Persone alle quali non l’avete comunicato, sono a conoscenza di vostre notizie riservate o segrete o dei vostri spostamenti o impegni;
• Alcuni vostri documenti aziendali, progetti, preventivi di appalto riservati, sono a conoscenza di terzi, non autorizzati;
• Il vostro impianto TV o stereo presentano improvvisamente strane interferenze;
• Vi è stato regalato, o è apparso ingiustificatamente nei vostri locali, un oggetto d’arredo (telefono cellulare, televisore, computer, notebook, tablet, radio, radiosveglia, orologio da tavolo, orologio a parete, calcolatrice, multi presa elettrica, ecc.)
• Avete notato spostamenti di placche di prese/interruttori, scatole di derivazione elettrica, cornici, griglie di aereazione, apparecchi telefonici ecc.
Qualora abbiate notato uno o più di questi segnali premonitori, è possibile che siate oggetto d’intercettazione telefonica/ambientale. In tal caso, valutata la realisticità dei vostri sospetti, anche in relazione al vostro lavoro o a recenti “disavventure coniugali”, se decidete di prendere contatto con un investigatore privato esperto nella ricerca di microspie, non parlatene all’interno dei locali sospettati e chiamate da un telefono appartenente ad una persona estranea al vostro nucleo familiare e alla vostra azienda o al vostro ufficio professionale.
Qualora, in seguito a ciò, concorderete un intervento di bonifica, rivolgetevi esclusivamente a un’agenzia investigativa autorizzata e chiedete che sia eseguito alla vostra presenza o di persona da voi delegata. Chiedete inoltre la compilazione di mandato professionale con valore di contratto di lavoro tra le parti, completa di preventivo di spesa.
Investigatori privati seri e qualificati, sono disponibili a effettuare bonifiche ambientali anche in orari serali, festivi e prefestivi per consentirvi la necessaria segretezza nei confronti di vostri eventuali dipendenti. È un ottimo modo di procedere, decisamente consigliabile, anche se necessariamente farà lievitare il costo della bonifica.
Per quanto concerne il segnale emesso da una microtelecamera nascosta e dotata di trasmettitore, occorre notare che tale segnale è più facilmente, da parte di un investigatore privato esperto dotato delle opportune strumentazioni, per almeno due motivi. Il primo è la banda di radiofrequenza occupata da un segnale video, enormemente più ampia di quella di un segnale audio, a causa dell’informazione molto più complessa che il primo segnale contiene rispetto al secondo.
Un segnale audio, infatti, può anche contenere solo un tratto della banda vocale, magari con fedeltà "telefonica", ossia molto ridotta, pur conservando una sufficiente comprensibilità. Un segnale video, invece, deve trasmettere delle informazioni molto più complesse comprendenti, per esempio, il segnale che serve a mettere in sincronia il monitor usato per la ricezione, al fine di produrre immagini non distorte. Deve trasmettere anche informazioni relative alla luminosità, al colore, ove questo sia necessario, e tutto il complesso inviluppo dell’immagine.
Il secondo motivo che facilita l’individuazione del segnale di una telecamera è dato dalla maggiore potenza che tale emissione deve avere per poter produrre nel ricevitore una immagine "leggibile" ossia chiara e con sufficiente risoluzione.
Insomma, un’impronta radio più ampia e più intensa sarà più facilmente captata dagli analizzatori di spettro radio o dai misuratori dell’intensità di campo elettromagnetico, di cui si avvalgono gli investigatori privati durante le bonifiche ambientali.
Molto più difficile è la loro opera quando si ha a che fare con una microspia audio, poiché la limitata potenza di emissione e la ristretta banda occupata, non facilitano di certo la ricerca della loro presenza, inoltre i modelli più sofisticati adottano il circuito VOX, ossia un dispositivo che interrompe automaticamente la trasmissione quando nell’ambiente non vi sono voci. Il VOX quindi costringe l’investigatore privato e i suoi collaboratori che stanno effettuando la bonifica ambientale ad effettuare la ricerca tenendo una radio accesa a medio volume, oppure a ripetere continuamente delle parole (solitamente “prova… prova… prova…”) in modo da essere sicuro dell’attivazione della eventuale microspia.
L’enorme numero di canali radio utilizzabili dalle microspie dell’ultima generazione, rende necessario, per la loro individuazione, l’uso di sofisticati radioricevitori "scanner" capaci di spaziare fra i 100 Mhz ed i 6 Ghz. Chiaramente, una ricerca effettuata su uno spettro così vasto presenta non poche difficoltà tecniche, per cui l’investigatore privato e i suoi collaboratori devono possedere un’abilità professionale ed una esperienza davvero fuori dal comune. Infatti l’attuale elevatissimo numero delle emissioni radiofoniche costituisce una forma di inquinamento elettromagnetico dal quale è tutt’altro che agevole estrarre ed isolare il piccolo segnale della microspia.
Si tratta insomma di un campo nel quale non vi è assolutamente spazio per il "fai da te".
Cercare e individuare un’eventuale microspia, che ovviamente sarà stata accuratamente nascosta, non è cosa facilissima. È fondamentale operare con metodo razionale, non affidandosi al caso o a una ricerca empirica, improvvisata o, peggio, tirando a indovinare. Il rischio è di non individuare il dispositivo e, di conseguenza, dare al cliente una falsa sicurezza che lo spingerà a parlare liberamente, senza il timore diessere intercettato, con le implicazioni che è facile immaginare.
Naturalmente i metodi usati dagli investigatori privati sono svariati e non è detto che l’uno sia migliore dell’altro; molto dipende dal tipo di strumentazione usata e, certamente, dal punto di vista strettamente personale, nonché dall’esperienza.
L’importante è informarsi preventivamente al fine di evitare i “praticoni” del ramo che, spinti dalla possibilità di un facile guadagno e muniti di strumentazioni piene di lucine lampeggianti e bip-bip, più adatte a un videogame che non a una prestazione professionale, tentano di abbindolare le persone inesperte facendo danni, anziché risolvere problemi.
Occorrerebbe avere contezza che la strumentazione professionale per svolgere le bonifiche costa parecchie migliaia d’euro e deve essere sempre rinnovata, e quindi gli improvvisati non sono in grado di permettersela. Gli strumenti maggiormente costosi e tecnologici sono i misuratori professionali dell'intensità di campo. Quando si utilizza questa strumentazione occorre sempre attuare una sinergia tra le capacità e le prestazioni tecniche degli strumenti di bonifica e la competenza e l'abilità professionale dell'investigatore privato e dei suoi collaboratori che stanno attuando la bonifica ambientale. Infatti, nel misurare l'intensità di campo a radiofrequenza nel locale da bonificare, occorre tenere ben presente la situazione all'esterno del locale stesso. Questo perché al giorno d'oggi l‟inquinamento elettromagnetico ha raggiunto livelli notevoli, tali da far rilevare segnali radio praticamente ovunque. Gli onnipresenti segnali della telefonia cellulare, i vari dispositivi Wi-Fi e Bluetooth, le telecamere di sorveglianza wireless, i segnali delle radio e televisioni private ecc. sono inesorabilmente rilevati dai misuratori di campo, inducendoci a sospettare la presenza di una trasmissione radio dall'interno del locale che stiamo controllando. Per queste ragioni dobbiamo sempre effettuare un confronto fra il campo a radiofrequenza esterno ai locali e quello all'interno poiché non è la sua presenza a essere determinante, ma un eventuale picco improvviso del segnale che indica la presenza di una trasmissione radio a breve distanza, di cui resta ovviamente da stabilire l'origine. Contestualmente all'utilizzo del misuratore professionale dell'intensità di campo occorre avvalersi dell'utilizzo di un frequenzimetro professionale, in grado di segnalare la prossimità di un trasmettitore, indicandone anche la frequenza, con una fulminea analisi che dura meno di un secondo.
Un frequenzimetro professionale rivela senza problemi tanto i segnali analogici quanto i digitali, anche con impulsi RF (burst) più brevi 300 microsecondi e persino le futuristiche microspie che modulano in “frequency hopping” (consiste nel variare la frequenza di trasmissione a intervalli regolari in maniera pseudo casuale attraverso un codice prestabilito) o “spread spectrum” (indica una tecnica di trasmissione in cui il segnale informativo viene trasmesso su una banda di frequenze che è considerevolmente più ampia di quella effettivamente necessaria alla trasmissione dell'informazione contenuta nel segnale originario stesso). Anche se non trattasi di una vera e propria microspia in senso classico, voglio accennare ad un recente dispositivo per l’ascolto delle conversazioni che avvengono in un ambiente, che non rende necessario accedere, neppure per breve tempo, al locale da controllare, al fine di occultare una microspia. Si tratta di un apparato che sfrutta le caratteristiche di un raggio laser nella banda della radiazione infrarossa, pertanto al di fuori del visibile, che viene puntato contro il vetro della finestra del locale ove avviene la conversazione. Le vibrazioni acustiche del vetro della finestra, causate dalle voci all’interno della stanza, modulano il raggio laser che viene riflesso dalla superficie del vetro stesso, con un angolo eguale a quello incidente. Tale raggio viene ricevuto da un’apposita apparecchiatura, posta in posizione opportuna, che, demodulando il segnale audio, ne estrae l’informazione contenuta.
Successivamente, tale segnale deve essere filtrato tramite un processatore di segnali, al fine di eliminare tutti quei fattori di disturbo, come per esempio il rumore del traffico automobilistico, che ne diminuirebbero la comprensibilità. Ovviamente il costo di un apparato così sofisticato è del tutto allineato con le prestazioni che è in grado di offrire. Per di più, il suo uso è decisamente complesso tanto da richiedere l’impiego di personale specializzato: ad esempio, se il raggio laser venisse puntato dalla strada verso una finestra posta, poniamo, al secondo o terzo piano, a causa delle leggi ottiche che prevedono, come dicevo prima, angoli complementari fra il raggio incidente e quello uscente, l’emissione laser verrebbe riflessa verso il cielo rendendone impossibile la ricezione.
In Italia, l’apparato di cui sopra è usato, attualmente, solo dai corpi speciali della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e... dagli immancabili "Servizi".
Luca Leonardo D'Agostini
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