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Incidenza e conseguenze della pandemia sui rapporti sociali

Da oltre un anno, tutti ricordiamo il mese di marzo 2020, la Pande­mia è stato l’argomento più di­scusso nelle nostre case, tra amici, colle­ghi, è diventato imprescindibile in ogni conversazione, ha invaso e modificato rapporti affettivi, equilibri sentimentali, situazioni lavorative.

Di fatto la Pandemia ha governato le no­stre vite con un’alternanza di zone a co­lori, di saliscendi di indici e parametri, di percentuali di contagio ma soprattutto ha paralizzato e annichilito le emozioni, le iniziative, i progetti, la possibilità di au­todeterminarsi nelle scelte personali.

Un evento di tale entità può essere con­siderato spiccatamente critico per le rela­zioni familiari che, sebbene nel loro ciclo di vita vadano fisiologicamente incontro a diversi periodi di crisi, hanno subito un vero e proprio stravolgimento di ruoli e funzioni all’interno del loro sistema, ri­organizzando le relazioni stesse: famiglie formate da genitori lavoratori e figli che frequentavano regolarmente la scuola, lo sport ed attività varie, si ritrovano a tra­scorrere tutta la giornata in casa, a con­dividere continuamente gli spazi dome­stici, spesso a dover conciliare il lavoro in modalità smartworking e la gestione dei figli e come se ciò non bastasse a do­ver affrontare problemi economici che su molte famiglie hanno pesato come un macigno.

Di conseguenza i fattori stressanti da sop­portare, con il relativo bagaglio emozio­nale, sono l’isolamento e la frustrazione ad esso legata, la convivenza totalizzante tra i familiari, la paura inerente la malat­tia per sé ed i propri cari, in taluni casi il dolore per la loro perdita e la nostalgia per le persone che non si sono potute fre­quentare per lungo tempo.

Spesso si è sentito dire che la genera­zione più anziana ha vissuto la guerra, situazione ben più grave e pericolosa dell’attuale, ma io ritengo che la guer­ra, pur mettendo a rischio la vita come il coronavirus, segua regole diverse: non chiede la distanza sociale, non fa vedere il tuo vicino come un potenziale nemico e non rende pericolosi e da evitare com­portamenti che invece erano consueti.

Questa situazione così atipica ha modi­ficato i rapporti interpersonali e messo a dura prova le relazioni di coppia e quelle tra genitori e figli, facendo leva su fra­gilità già presenti nelle famiglie, frantu­mando le certezze ed esasperando crisi silenti, rompendo equilibri già di per sè delicati.

Ma l’impatto che i cambiamenti nelle relazioni hanno avuto sulle persone, di­pende molto dalle paure e dalle risorse di ciascuno e da come ciascuno reagisce a questo evento pandemico, attribuendogli un significato emotivo e cognitivo diffe­rente.

Il grande sforzo che ci è stato chiesto di fare è di passare da una modalità re­lazionale caratterizzata da una vicinan­za fisica, a una in cui questa è proibita o rischiosa. Non siamo abituati a vivere senza vicinanza fisica, anzi, siamo abi­tuati a vivere la vicinanza e la distanza in relazione all’intimità.

Gli schermi dei nostri computer o del no­stro smartphone possono metterci in con­tatto, ma ci connettono con l’altro solo attraverso la vista e l’udito, escludendo gli altri sensi.

Sono dunque una risorsa ma anche una grande limitazione.

Il Covid-19 ha portato quindi con sé di­verse problematiche che non si sono li­mitate ai problemi di natura fisica.

Da alcuni studi effettuati in questo pe­riodo sulle conseguenze dello stress da Pandemia, è emerso, ad esempio, che chi sviluppa sintomi da stress per sovra­esposizione mediatica, cerca di alleviarlo seguendo attentamente tutte le informa­zioni che riguardano l’evento traumatico stesso, innescando così un circolo vizio­so che porta ad un aumento dello stress medesimo.

Molto dipende dalla nostra personalità ed, in particolare, da alcuni tratti di per­sonalità poco socialmente apprezzabili, riferibili, ad esempio,alla Triade Oscura termine con il quale si intende l’insieme di 3 tratti comportamentali cioè il narci­sismo, il machiavellismo e la psicopatia

(Paulhus & Williams, 2002).

Per descriverli sommariamente: il ma­chiavellismo comprende aspetti di mani­polazione, cinismo, ma anche una ricerca di potere e indipendenza.

Tra questi individui, la mancanza di ri­spetto delle norme preventive imposte dal governo può derivare in parte dal cre­dere in teorie complottiste e dunque pen­sare che chi detiene il potere, similmente a loro, agisca in modo manipolatorio e ingannevole (Kay, 2020); il narcisismo rimanda ad una visione grandiosa di sé ed a un irragionevole senso di diritto; la psicopatia si manifesta con atteggiamenti socialmente insensibili e impulsivi.

Le persone che presentano i tratti della Triade Oscura sono tradizionalmente meno propense a rispettare le restrizio­ni legate al virus imposte dal governo (Zajenkowski et al., 2020); tra queste chi presenta tratti narcisistici è più probabile che si senta superiore al virus e che pren­da le necessarie precauzioni ostentando noncuranza.

Esaminando chi presenta altri tratti pato­logici possiamo distinguere tipici com­portamenti che si riscontrano in partico­lare tra: gli ossessivi che seguiranno con precisione le regole su detersione delle mani, distanza di sicurezza e mascheri­na; chi presenta tratti paranoidi tenderà a pensare che sia tutta un’invenzione per controllarci; chi presenta tratti evitanti l’impossibilità del contatto potrebbe es­sere quasi un sollievo; chi presenta tratti borderline da una parte soffrirà le restri­zioni ma dall’altra ne comprenderà la necessità.

Tutti presentiamo in maniera più o meno evidente alcuni di questi tratti.

Le caratteristiche della Triade Oscu­ra si associano inoltre alla convinzione di essere particolarmente vulnerabili al virus,il che porta ad una preoccupazio­ne maggiore verso gli aspetti negativi della prevenzione senza considerarne i benefici e ad un comportamento volto ad accaparrarsi scorte per necessità di auto-protezione…come dimenticare gli arrembaggi ai supermercati!

Al contrario, avere elevate barriere per­sonali come il sentirsi inattaccabili dal virus, riduce i comportamenti preventivi e quindi anche quelli di accaparramento.

La prima credenza è tipica del comporta­mento narcisistico che si associa ad una maggiore insofferenza per la prevenzio­ne; la seconda convinzione è tipica del­la psicopatia che si associa invece alla scarsa rilevanza dei comportamenti di prevenzione.

Come la psicopatia anche il machiavel­lismo è correlato ad una svalutazione dell’efficacia delle azioni preventive.

Della diversa incidenza che il Covid-19 ha avuto sulle cosiddette personalità “oscure” e antisociali rispetto a quelle più equilibrate si è occupato, tra i molti, un team di psicologi dell’Università del Mississippi.

Dall’indagine effettuata è emerso che chi presenta tratti oscuri della personalità, come psicopatia, narcisismo, machiavel­lismo ed anche sadismo ha affrontato la diffusione del virus nel mondo in modo particolare (cfr. Andrea Centini).

Incrociando tutti i dati è emerso che que­sti individui,ad una prima lettura, tende­vano a rispondere alla pandemia come la popolazione generale, ma ad un esame più approfondito presentavano alcune sottili e statisticamente significative dif­ferenze.

Ad esempio, è stato evidenziato che chi aveva tratti narcisistici e machiavellici ha subito uno stress emotivo particolar­mente elevato per la diffusione del virus, ritenuta particolarmente minacciosa: i narcisisti alimentandosi del giudizio de­gli altri, igienizzavano poco le mani e pu­livano scarsamente le superfici a rischio contaminazione ma mettevano in atto comportamenti pro sociali come aiutare chi era stato colpito dal virus.

Secondo i ricercatori questo era probabil­mente un altro modo per ricevere appro­vazione dagli altri.

I machiavellici sfruttano gli altri per rag­giungere i propri scopi ma provavano an­che un’intima e forte paura di contrarre l’infezione.

A differenza delle persone con tratti nar­cisistici e machiavellici, i sadici e gli psi­copatici hanno invece risposto in modo insolitamente positivo alla pandemia di COVID-19, perchè questi individui trag­gono piacere da eventi che sono general­mente percepiti come aventi un impatto negativo sulla società.

Non è ancora noto come la pandemia influenzerà il nostro stile di vita futuro e quando e come potremo riprendere la nostra vita normale.

Questa incertezza pervasiva rende diffi­cile pianificare il domani e quindi genera ulteriore stress psicosociale perchè anco­ra dovremo affrontare in modi altamente adattivi questa sfida, per rispondere con resilienza ai disturbi legati allo stress che hanno colpito la popolazione mondiale.



Avv. Monica Cassetta e Ludovica Frese

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