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Le truffe online, comprese quelle "romantiche"

La truffa, questa purtroppo ben conosciuta bestia, trova una sua definizione induttiva nell'art. 640 del codice penale: “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione…”. Negli articoli successivi si aggravano le pene "... se il fatto di cui all'art. 640 riguarda contributi, finanziamenti, mutui agevolati ovvero altre erogazioni dello stesso tipo..." osi specificano le modalità pratiche quando"... Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno…”. La prima osservazione spontanea è che non viene identificata la truffa, ma il truffatore.

Ma chi è il truffatore? A differenza delle persone normali, è uno che studia. Studia molto. Studia accuratamente tutti i particolari del reato che si accinge a compiere, oggettivi e soggettivi. Studia le vittime, i loro punti deboli, la loro psicologia, i luoghi, il modo di presentarsi in maniera impeccabile e di aggirare le difese. Ma non solo: è furbo, anzi furbissimo. Si informa e si aggiorna su tutte le tecniche criminose, informatiche e non. Sa accattivare e convincere sorridendo.

È capace di improvvisare dinanzi a qualsiasi situazione. È dotato di una patologica capacità di mentire anche dinanzi all'evidenza. Lo sa benissimo, l'ha sempre fatto e se ne rallegra quando porta a termine il crimine. È pure capace di archiviare rimorso o sensi di colpa ed ha una totale avversione per il lavoro, pur essendo uno studioso. In poche parole è un avversario temibile, perché tutto il tempo che una persona normale dedica allo studio ed al lavoro lui lo dedica al modo di imbrogliarla. Con l'avvento di Internet, l’elisir del dottor Dulcamara ha ceduto il passo a strumenti molto più diversificati.

Per la verità, non tutti egualmente efficienti o ormai spubblicati. Ci riferiamo in particolare alla vedova africana inconsolabile che deve alloggiare presso di noi l'immenso patrimonio del marito, al lontano e sconosciuto zio d’America defunto che guarda caso aveva il nostro stesso nome, o al principe nigeriano che ha bisogno delle nostre credenziali bancarie per concludere un affare miliardario (in euro naturalmente).

Altre invece sono più sofisticate e sfruttano le necessità dei singoli. Particolarmente spregevoli sono quelle che approfittano di chi è alla ricerca di un posto di lavoro, mandando falsi assegni e facendosi accreditare la differenza, o quelle che chiedono donazioni per beneficenza in occasione di un evento catastrofico. Per non parlare poi delle avvenenti ragazze in costume adamitico (quando lo indossano...) che ci propongono di far parte del loro gruppo.

Il sottoscritto ancora ricorda allegramente le prime false richieste di amicizia che gli pervennero appena aperta la propria pagina Facebook. Due ragazze che a giudicare dalle fotografie potevano tranquillamente partecipare a Miss Universo, i nomi poi, esotici ed accattivanti: l'argentina Camiliana Cambrolini e la croata Tia Kostic erano due inesistenti avatar, le cui foto saranno state clonate chissà da dove. Siccome i truffatori non demordono mai, stamattina è arrivata l’ennesima richiesta.

Stavolta è di una certa Nancy Shive, che propone maliziosamente di fare sesso sfrenato e senza limiti, ma soprattutto gratis.

Ecco, questa è la parola chiave: gratis. Ogni volta che uno sconosciuto ci offre un affare “gratis” possiamo essere certi che abbiamo a che fare con una truffa. Ognuno di noi dovrebbe chiedersi: perché l’affare proprio a me? E perché gratis? E sempre per restare in ambito sessuale, se persino il mercimonio da marciapiede con qualche inguardabile ed osceno viado ha un certo costo, perché questo splendore di ragazza ci si propone senza voler nulla in cambio? Sfortunatamente ci sono molte persone che non si pongono questi elementari interrogativi.

Tanto per avere un'idea della dimensione economica delle truffe, un'azienda leader nel settore della cyber sicurezza riferisce che per l'FBI solo nel 2014 le vittime di truffe online negli Stati Uniti hanno perso US$ 672.080.232,00.

È facile pensare che l'importo effettivo negli Stati Uniti sia molto superiore rispetto a quanto denunciato. Stesso discorso per il resto del mondo. Dati impressionanti, certo, ma non tutti ascrivibili ad un'unica categoria.

Adesso va di moda la truffa romantica, quella che colpisce le persone che per timidezza, pudore o educazione magari per strada evitano di rispondere al saluto di un vicino o di una persona conosciuta solo di vista. Queste stesse persone però, tornate a casa e assise dinanzi al PC, si trasformano in anime romantiche e disponibili, o talvolta aggressive, confidando in modo puritano nell'anonimato dello schermo. Ma non sanno che i predatori hanno già allestito la trappola.

Una foto da urlo di un corpo mozzafiato, sia maschile che femminile, una mail con falso nome, una triangolazione di dati, un account in bitcoin e un’iscrizione su un social.

Pronti? Via, a caccia del (o della) debole, che invece ha proposto onestamente sé stesso/a su siti di appuntamento o social network.

L'obiettivo? In primis la frode pecuniaria, poi il furto di identità o comunque l'acquisizione di informazioni che possono tornare utili ai fini criminosi.

In fondo, l’appetito vien mangiando. Ma nella truffa romantica c'è una progressiva acquisizione della fiducia della vittima, attraverso un lungo scambio di messaggi che dimostrano prima un comune sentire, poi una certa intimità e infine culminano in una vera e propria relazione on line. La messinscena può durare per parecchio tempo e più dura e peggio è.

Se disgraziatamente la vittima si innamora ci sono due scenari: - il primo è che la truffa sia mirata ad ottenere un immediato ritorno economico, come la richiesta di regali, biglietti aerei transoceanici per raggiungere la dolce metà, prestiti per necessità improvvise o sovvenzioni per cure mediche, indispensabili per contrastare una gravissima malattia che guardacaso ha colpito l'oggetto dell’amore proprio nel periodo in cui stava sbocciando. Tutto da corrispondere su conti poi irrintracciabili o in bitcoin; - il secondo, ben più grave e di devastanti conseguenze non solo economiche, prende il nome disextorsion (dall’inglese “sex” ed “extortion”, sesso ed estorsione). Si verifica quando la vittima si lascia sedurre ed arriva a compiere atti sessuali in diretta, illudendosi di avere a che fare con una persona altrettanto innamorata e che magari a sua volta aveva già mandato immagini dello stesso genere.

Ovviamente, copiate ed incollate da qualche sito porno…

Nella prima ipotesi la truffa termina nel momento in cui, portata per le lunghe, insospettisce la vittima che a quel punto apre gli occhi e si ravvede. La perdita del partner, come tutte le storie d’amore, è un lutto. Ma la consapevolezza di essere stati così ingenui provoca un dolore ancora più profondo, che si aggiunge alla perdita economica. Difficile da digerire, questo cocktail negativo, ma alla lunga sopportabile. Nella seconda ipotesi parte immediatamente il ricatto, con la minaccia di diffondere in rete le immagini oscene, a meno che non sia versata una certa somma.

Poi ne viene chiesta un'altra. Poi un'altra ancora, sempre con la promessa di restituire immagini che non saranno mai restituite, perché appartenenti al web. Un’interminabile spirale estorsiva che nutre sé stessa…

Spesso poi purtroppo si verifica quello che in giurisprudenza si definisce "danno indelebile", cioè la messa in rete delle immagini oggetto del ricatto, con tutte le immaginabili ricadute sulla vita personale e di relazione della vittima. In entrambi i casi le persone che hanno vissuto tali esperienze traumatiche dovrebbero trovare la forza di rivolgersi alla forza pubblica e ad uno psicologo.

In particolare, chi ha visto le proprie immagini intime pubblicate su Internet deve trovare il coraggio di affrontare quotidianamente l'offesa interminabile che viene arrecata ad ogni clic.

Tutto ciò nella speranza che in futuro si possa trovare un modo cibernetico di distruggere tutti i files a luci rosse non esplicitamente autorizzati dai protagonisti. Date le attuali conoscenze, purtroppo qui rasentiamo la fantascienza.

Al contrario, gli abissi odierni di Internet sono drammaticamente reali.

Avvocato Aurelio Padovani

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