Molte persone non lo sanno, ma solo in Russia si usa festeggiare il capodanno per ben due volte. La prima assieme a tutto il resto del mondo nella notte dal 31 dicembre al 1° gennaio e la seconda nella notte dal 13 al 14 gennaio.
Ma per quale motivo si festeggiano due capodanni in Russia? Le ragioni sono da ricercare nella storia.
Nell'antica Russia, l'arrivo del nuovo anno veniva celebrato a marzo, in concomitanza con l'equinozio di primavera, probabilmente perché associato al ciclo agricolo. Con l'adozione del cristianesimo da parte della Rus’ di Kiev (il primo stato russo fondato, secondo le antiche cronache, intorno alla metà del IX secolo, che si estendeva su parte dell'attuale territorio ucraino, bielorusso e russo) e l'assimilazione del calendario bizantino, si spostò l'arrivo del nuovo anno al 1° settembre.
Questa incoerenza sopravvisse a lungo, poiché essendo il territorio estremamente vasto, in alcuni luoghi si continuava a festeggiare il Capodanno a marzo, mentre in altri a settembre. Soltanto alla fine del XV secolo, l'inizio del nuovo anno venne uniformato al 1° settembre.
Nel 1582, Papa Gregorio XIII riformò il calendario Giuliano, che aveva un piccolo difetto di calcolo rispetto al calendario solare e non rispettava l'andamento delle stagioni. Con il nuovo calendario vennero soppressi ben 10 giorni, dal 5 al 14 ottobre nell'anno 1582, e non furono più considerati bisestili gli anni dei secoli non divisibili per 400. Questo nuovo calendario, prese il nome da Papa Gregorio XIII e si chiamò calendario Gregoriano.
Questi cambiamenti non furono accettati dalla Chiesa Ortodossa russa che infatti continua a celebrare le ricorrenze religiose sulla base del vecchio calendario Giuliano ed il Capodanno Vecchio come il Natale Ortodosso rientra tra queste.
Venne poi l'epoca dello Zar Pietro I, detto il Grande, che molto si prodigò per modernizzare l'Impero Russo e avvicinarlo il più possibile all'Europa. Perseguendo nel suo intento, con decreto datato 1699, lo Zar stabilì ufficialmente che il nuovo anno dovesse cominciare il 1° gennaio, esattamente come negli altri paesi europei. Con questa riforma, il calendario bizantino venne sostituito con quello Giuliano, il quale però ha uno scarto di diversi giorni rispetto al calendario Gregoriano.
Dopo la Rivoluzione russa del 1917, il governo bolscevico emanò un decreto che cambiò nuovamente lo scandire del tempo e delle festività, adottando il calendario Gregoriano. In quell'anno (1918), la differenza di giorni tra il calendario Giuliano e quello Gregoriano consisteva in 13 giorni. Per rimuovere tale discrepanza, i bolscevichi presero la seguente decisione: il primo giorno che seguirà il 31 dicembre 1917 non si chiamerà 1° gennaio 1918 ma 14 gennaio e il secondo giorno sarà il 15 gennaio e così via. Susseguentemente il calendario Gregoriano venne varato a tutti gli effetti e si cominciò dunque a festeggiare il nuovo anno in data 1° gennaio.
Il Capodanno Vecchio quindi è una stranezza che nasce proprio dal passaggio da un sistema di calendario all'altro e dallo scarto di 13 giorni tra i due. Da quel momento, si cominciò a festeggiare il nuovo anno il 1° gennaio come nel resto del mondo, ma si conservò l'usanza di celebrare anche la notte tra 13 il 14 gennaio in onore del Capodanno Vecchio ("Starij Novij God", in russo) secondo il calendario Giuliano.
Non è considerato un giorno festivo in Russia, per il Capodanno Vecchio non si fanno regali, non si festeggia tutta la notte e in TV vengono riproposte le stesse trasmissioni andate in onda la sera del 31 dicembre.
Si prepara tuttavia una cena festiva, celebrando la ricorrenza in modo più calmo e tranquillo rispetto alla serata del 31 dicembre. È comunque una ricorrenza in più per riunirsi a festeggiare con famiglia o amici e mangiare i famosi vareniki con sorpresa, una vecchia e immancabile tradizione.
In passato i vareniki venivano preparati a mano, mentre oggi vengono più spesso acquistati al supermercato e comodamente cucinati.
I vareniki, che assomigliano a dei ravioli, nascondono una sorpresa per chi li mangia: il ripieno è diverso per ogni raviolo e simboleggia ciò che ci si deve aspettare per l'anno venturo.
Se nascosto nel ripieno c'è dello zucchero allora significa che l'anno sarà dolce, se c'è del pepe sarà un anno di forti sensazioni, con l'amarena ci attende molta fortuna, con la verza prosperità economica, con la patata un avanzamento di carriera e con i fagioli un allargamento della famiglia in vista.
Le possibilità sono tantissime, per ogni gusto e auspicio, ma l'importante è non trovare quelli col sale perché portano sfortuna!
Quindi ricordatevi che la notte tra il 13 e il 14 gennaio in Russia e Bielorussia ed in qualche parte dei Paesi dell'Ex Unione Sovietica è ancora Capodanno!
Cтарый новый год!
Luca Leonardo D'Agostini
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