Giovedì 15 maggio 2014, ore 10.00 del mattino. Dall'ufficio romano del detective Nikolaj Dimostrare partirono due UAZ Hunter 2.7 di colore nero. Questi due splendidi fuoristrada fanno parte della flotta dei veicoli a disposizione dell'agenzia investigativa del detective Dimostrare.
Nel primo veicolo guidato dall'agente Frecco, viaggiavano anche il detective Dimostrare seduto nel posto lato passeggero anteriore e le agenti Marina Michajlovna, zarina Evodkija e Polina Vladimirovna (dette le "Streghe della Notte") sedute sui sedili posteriori. Nel secondo mezzo, guidato dall'agente Manziana, viaggiavano anche il comandante Givi seduto nel posto lato passeggero anteriore e l'agente Motorola insieme a due splendide ragazze more, l'agente Viagra e l'agente Ani Diva.
Le suddette autovetture, oltre che degli effetti personali di ciascun passeggero, erano cariche di valigette contenti strumenti tecnici professionali per l'effettuazione di bonifiche ambientali, cioè per compiere tutte quelle attività inerenti alla individuazione ed eventuale rimozione di dispositivi di ascolto audio/video ambientali, più comunemente chiamate "microspie".
Anche se i due fuoristrada UAZ Hunter non erano i mezzi ideali per affrontare un lungo viaggio in autostrada, il detective Nikolaj Dimostrare, incurante dei tentativi di dissuasione posti in atto dall'agente Frecco e dall'agente Manziana, scelse comunque di utilizzare quei due mezzi della flotta aziendale, appoggiato nella sua scelta dagli agenti Motorola e comandante Givi. Così, alle ore 10.00 in punto, i due fuoristrada si misero in viaggio: destinazione Marsiglia (Francia).
Alle ore 19.30 circa giunsero a destinazione e ad accoglierli c'erano tutte le comodità ed i servizi offerti dal miglior albergo di lusso di Marsiglia, scelto dal detective Nikolaj Dimostrare come base per trascorrere in tutta sicurezza i giorni necessari per una bonifica ambientale che si preannunciava alquanto complessa, se non addirittura avventurosa, da come si noterà continuando nella lettura del racconto di questa indagine.
Quella sera, appena giunti in albergo presero ognuno possesso delle proprie camere situate all'ultimo piano dell'hotel. Gerard, il direttore dell'albergo, era una vecchia conoscenza del detective Nikolaj Dimostrare ed essendo quindi al corrente della estrema sensibilità e delicatezza della riservata operazione che i dieci investigatori si accingevano a porre in atto nei giorni seguenti, riservò loro delle camere situate in un'area dell'hotel dedicata esclusivamente a loro e nella quale si poteva accedere solo con una particolare carta magnetica. In totale si trattava di nove camere singole e di una camera matrimoniale riservata alla coppia agente Manziana e agente Ani Diva.
I due si conoscevano da anni, lavorando entrambi nell'agenzia investigativa del detective Dimostrare, ma avevano instaurato una relazione sentimentale da poco tempo. "Galeotto fu" un concerto al quale parteciparono insieme. Infatti l'agente Manziana è un celebre e talentuoso chitarrista che si esibisce con il suo gruppo musicale, e l'agente Ani Diva è un'abile cantante solista. I due non avevano mai avuto modo di esibirsi insieme, ma in occasione di una famosa rassegna canora tenutasi in Svizzera, si esibirono insieme e l'agente Ani Diva cantò i testi delle canzoni scritte dal gruppo musicale dell'agente Manziana.
Al termine di quel festival musicale ottennero due vittorie: quella relativa alla mera competizione tra gli artisti presenti e quella sentimentale.
I dieci investigatori, dopo aver ottenuto l'assegnazione delle proprie camere, si diedero appuntamento alle ore 22.00 al tavolo situato in una saletta esclusivamente a loro riservata nel ristorante dell'albergo. In attesa della cena, ognuno di loro scelse il modo preferito per rilassarsi: il puntiglioso agente Frecco ripassò tutti i punti del dossier che si era creato riguardo tutti i personaggi che dal giorno dopo avrebbe incontrato nel corso dello svolgimento delle bonifiche ambientali.
Il temibile comandante Givi, nella sua camera fece risuonare musica del Caucaso ad alto volume e si lasciò andare danzando passi di lezginka.
L'imprevedibile agente Motorola, tirò fuori un'icona della Madonna e si inginocchiò a pregare, ripetendo più volte il segno della croce del rito ortodosso.
Una delle streghe della notte, la carismatica agente Marina Michajlovna, era seduta alla scrivania della sua camera ed era intenta alla scrittura delle pagine del suo diario personale.
Un'altra strega della notte, l'infallibile zarina Evodkija, seduta nella poltroncina vicino alla finestra, sorseggiava una tazza di tè e ripassava con estrema attenzione tutta la mappa stradale di Marsiglia.
La terza strega della notte, l'unica del gruppo capace di parlare perfettamente il francese, l'instancabile e paziente Polina Vladimirovna, cintura nera di judo 2° dan, si recò nella palestra dell'albergo per effettuare il proprio programma di allenamenti.
L'affascinante e incantevole agente Viagra, una splendida ragazza mora di 25 anni di età, alta 178 cm, capelli lunghi e lisci, un viso grazioso e con un fisico mozzafiato, era tra tutti i dieci investigatori quella che aveva accusato più degli altri la stanchezza del viaggio e quindi si era sdraiata nel suo letto per dormire un paio d'ore.
L'estroso e riflessivo agente Manziana e la sua fidanzata, l'impetuosa e istintiva agente Ani Diva, mentre guardavano la televisione, si dedicavano al loro ruolo di coppia scambiandosi effusioni varie sul lettone della loro camera.
Infine, ultimo dell'elenco, il detective Nikolaj Dimostrare. Dapprima,con un frequenzimetro estratto dalla valigetta contenente la strumentazione per effettuare le bonifiche ambientali, controllò l'eventuale presenza di microspie in funzione nella camera, poi cercò sotto e sopra i mobili per cercare eventuali microregistratori digitali e infine dopo essersi accertato che non vi fosse alcun dispositivo in trasmissione o che stesse registrando, posizionò rapidamente nella sua camera una serie di microspie che gli avrebbero consentito in sua assenza di monitorare la camera stessa dal suo telefono cellulare.
Poi telefonò al centro massaggi dell'albergo e ricevuta disponibilità si recò al secondo piano dove era presente il centro massaggi stesso. Si sottopose a trenta minuti di massaggio thai eseguito da una bella massaggiatrice thailandese e subito dopo ad altri trenta minuti di massaggio con pietre calde eseguito da un’altrettanta bella massaggiatrice francese.
Terminati i massaggi, lasciò una considerevole mancia alle due massaggiatrici e si recò al centro termale dell'albergo per dedicarsi ad una ventina di minuti di sauna. Dopo una salutare doccia gelata, fece ritorno nella sua camera e si preparò per andare a cena con tutti i suoi collaboratori.
I dieci investigatori cenarono a base di pesce con un menù stellato consigliato da Gerard, il direttore dell'hotel. Così come antipasto gustarono tartare di gambero rosso di Mazzara del Vallo e ricciola pescata nella Costa Azzurra con crema di avocado e topinambur. Come primo piatto gustarono delle eccellenti linguine all'aragosta. Il secondo piatto consisteva in un dorso di spigola con crema di cavolo bianco, spuma al dragoncello e kumquat.
Il dessert consisteva in una tartelletta con crema pasticcera e frutta fresca con coulis di frutti rossi. Ad annaffiare la cena vi furono litri di "Chablis premier cru" un pregiato vino bianco francese. Immancabile fu lo champagne che accompagnò gli ultimi momenti della cena. I dieci investigatori si deliziarono con l'eccellente "Louis Roeder-Cristal'9".
Terminata la cena si ritirano ognuno nelle proprie camere.
Il giorno dopo ad attenderli vi era una nuova missione.
Il giorno seguente quindi, saliti a bordo dei loro fuoristrada, i dieci investigatori si diressero alla sede di uno dei cantieri navali più grandi d'Europa e del mondo, dove ad attenderli vi era una riunione con il Presidente e l'Amministratore Delegato.
Si trattava di pianificare una serie di bonifiche ambientali sia negli uffici che in tutti i locali dell'intero stabilimento del cantiere navale. Si trattava di decine di migliaia di metri quadrati da bonificare con la strumentazione elettronica professionale in dotazione all'agenzia investigativa del detective Nikolaj Dimostrare, e da ispezionare con controlli manuali e visivi centimetro per centimetro, dalle apparecchiature elettroniche alle prese elettriche.
Dall'azienda vi era un costante flusso di fuga di informazioni a vantaggio di cantieri navali concorrenti. L'ultima fuga di informazioni causò la perdita di un progetto di costruzione di uno yacht personalizzato del valore di oltre 40 milioni di euro.
In precedenza altri progetti e preventivi divennero noti e in possesso ai cantieri navali concorrenti e ormai, solo nell'ultimo anno, il danno di tali fughe di informazioni era stato stimato dall'azienda nella misura di 160 milioni di euro.
Con la scusa della necessità di attuare delle manutenzioni e ammodernamento nelle strutture degli uffici e in tutti i locali del cantiere navale, l'azienda rimase chiusa per due giorni e mezzo: venerdì pomeriggio, sabato e domenica.
In questi due giorni e mezzo, i dieci investigatori utilizzando modernissime apparecchiature elettroniche per effettuare bonifiche ambientali ed ispezionando ogni angolo degli uffici e degli stabilimenti, trovarono due microspie: una microspia audio inserita all'interno di una presa elettrica di una sala riunioni dove venivano spesso ricevuti i clienti ed un'altra microspia, in questo caso di tipo audio/video, occultata all'interno di un televisore installato su di una parete della stanza del presidente di questo importante cantiere navale di Marsiglia.
Il rilevamento di queste microspie avvenne nella notte tra sabato 17 maggio e domenica 18 maggio 2014. Gli uffici si trovavano in una splendida villa con sei ettari di parco circostante che si trovava proprio dietro agli stabilimenti dei cantieri navali.
Questa villa era immersa in una fitta vegetazione e vi era una piccolissima strada sterrata che la circondava.
Pochi minuti prima in cui venisse rilevata la presenza della prima microspia, quella nella sala riunioni, la zarina Evodkija la quale aveva il compito di perlustrare continuamente la strada sterrata al fine di monitorare che nessuno si avvicinasse alla recinzione della villa, notò la presenza di un'auto elettrica la quale a fari spenti e silenziosamente era appena giunta lungo uno dei lati della villa.
La zarina Evodkija che effettuava la perlustrazione a piedi, munita di un walkie talkie con il quale era in contatto con l'agente Motorola, era passata di lì circa cinque minuti prima e l'autovettura non c'era. Sfruttando le tenebre e la vegetazione, ma senza avvertire l'agente Motorola, si avvicinò all'autovettura all'interno della quale scorse la presenza di un uomo.
Giunta a pochi centimetri dal vetro dello sportello di guida, accese la torcia e la puntò dritta sul volto dell'uomo.
Si accorse che costui indossava un passamontagna in cotone di colore nero. L'uomo alla vista del fascio di luce puntato su di lui, aprì violentemente lo sportello causando la caduta della zarina Evodkija e contestualmente si allontanò velocemente con la sua autovettura a fari spenti.
In questo frangente, la zarina Evodkija riuscì a prendere il numero di targa dell'autovettura e chiamò via radio l'agente Motorola, il quale abbandonò momentaneamente le operazioni di bonifica ambientale per uscire fuori a soccorrerla.
Ascoltato il racconto della zarina Evodkija, l'agente Motorola disse: "Vai all'interno della villa e racconta tutto a Nikolaj. Io rimango qui!"
E così accadde. Dopo aver ascoltato attentamente il racconto della zarina Evodkija, il detective Nikolaj Dimostrare si annotò sul suo taccuino il numero di targa dell'autovettura e dopo aver passato una mano tra i capelli della zarina Evodkija gli disse: "Vai fuori e raggiungi l'agente Motorola. Effettuate in due la perlustrazione rimanendo sempre in continuo contatto radio tra di voi!"
Dopodiché, il detective Dimostrare tornò nuovamente alle operazioni di bonifica ambientale, che di lì a pochi minuti avrebbero condotto al rilevamento della prima microspia.
La mattina seguente, domenica 18 maggio 2014, durante la sua pausa colazione, il detective Dimostrare si accinse ad identificare a chi fosse intestata la targa dell'autovettura che la sera prima aveva scaraventato a terra la zarina Evodkija e a chi fossero intestate le due SIM inserite nelle due microspie rinvenute durante le operazioni di bonifica ambientale. Tramite le sue fonti e una specifica ricerca e raccolta informazioni, giunse al risultato: la targa dell'autovettura e le SIM era intestate ad un certo sig. Eiffel, il quale ricopriva la carica di direttore commerciale dell'azienda proprietaria di quei cantieri navali.
Ora si ponevano una serie di problemi e di urgenze da affrontare. Prima tra tutte, avvisare il Presidente e l'Amministratore Delegato per fare con loro il punto della situazione.
Al termine di questa riunione si concordò di procedere con il monitorare gli spostamenti del sig. Eiffel. Ma tutti i tentativi di localizzare il direttore commerciale fallirono.
Allora il detective Nikolaj Dimostrare e il comandante Givi e l'agente Polina Vladimirovna provarono a bussare alla sua porta ma con l'aiuto della portiera e dei vicini scoprirono che si era allontanato la notte stessa dell'incidente caricando una serie di valigie e borsoni nella sua autovettura. I vicini e la portiera se ne accorsero perché il sig. Eiffel fece così tutto rapidamente da creare alcuni rumori inusuali a quell'ora di notte. Alla vicina di pianerottolo riferì che doveva partire urgentemente per Tolosa perché aveva la sorella in gravissime condizioni di vita.
La vicina stessa riferì di aver notato che fosse molto turbato, quasi spaventato.
Occorreva giocare un jolly. Così, il detective Nikolaj Dimostrare, in compagnia dei suoi due fidi scudieri, l'agente Frecco e l'agente Manziana, si recò da un suo vecchio amico che abitava nella zona del porto di Marsiglia. Si trattava di Damien, un vecchio membro della Legione Straniera e con un passato anche nell'intelligence francese.
Così, il giorno dopo, grazie al rapido aiuto offerto da Damien, il detective Dimostrare e la sua squadra riuscirono ad avere contezza dei contatti intrattenuti dal sig. Eiffel. Tra questi spiccava il nome del sig. Murat, il quale ricopriva la carica di vicepresidente di uno dei cantieri navali concorrenti e guarda caso, proprio il cantiere navale che aveva ottenuto le commesse perse dal cantiere navale in cui il sig. Eiffel lavorava.
A questo punto si rendeva necessario rintracciare il sig. Murat per capire di quale altra tipologia di materiale informativo e progettistico avesse disponibilità. Per far ciò, occorreva accedere ai dispositivi elettronici in uso al sig. Murat e possibilmente, anche nel suo ufficio e nella sua abitazione.
Occorreva predisporre un piano ben concertato che producesse risultati rapidi.
Era la mattina di mercoledì 21 maggio 2014. L'intera squadra del detective Nikolaj Dimostrare, dopo aver fatto colazione in albergo, si riunì nella camera di Nikolaj. Erano tutti concentrati e si accingevano alla pianificazione di ciò che all'inizio sembrava impossibile.
L'agente Marina Michajlovna aveva raccolto tutte le informazioni che gli aveva fornito il detective Dimostrare, unitamente al dossier dell'agente Frecco ed a tutte le informazioni raccolte in questi ultimi due giorni di frenetiche indagini da tutti i membri della squadra. Il suo spirito organizzativo, la sua fermezza e la sua pragmaticità erano elementi essenziali alla buona riuscita della pianificazione del piano operativo.
Le informazioni emerse evidenziavano che il sig. Murat aveva una passione per i locali di scambio coppie. Il suo SUV di una marca automobilistica francese era stato già localizzato mediante l'installazione di un GPS da parte dell'agente Manziana e dell'agente Ani Diva. I due, nottetempo erano usciti dall'albergo e si erano diretti all'indirizzo di abitazione del sig. Murat, ed avendo notato la sua autovettura in strada avevano localizzato il mezzo.
Le informazioni in possesso dell'agente Marina Michajlovna, evidenziavano come il sig. Murat fosse spinto da un impeto così compulsivo, da frequentare sistematicamente ogni giorno della settimana un determinato locale di scambisti.
Emerse anche ad accompagnarlo ai locali, quale donna della coppia, era una escort di nome Sophie.
Raccolte e presentate al gruppo tutte le informazioni, la zarina Evodkija in sinergia con tutta la squadra gestì l'organizzazione del piano operativo.
Al termine di quella mattina, i ruoli e le mansioni definite furono le seguenti. Si decise di intervenire già dalla sera stessa. Il ruolo più delicato fu affidato all'agente Viagra e all'agente Frecco. Furono loro ad essere scelti quale coppia che la sera stessa si sarebbe presentata al locale scambista come marito e moglie in crisi di interesse e passione sessuale. La splendida agente Viagra aveva 25 anni e l'agente Frecco quasi trent'anni di più.
Quindi l'agente Viagra simulava di essere attratta da uomini di età matura e l'agente Frecco fingeva di essere interessato a donne molto più giovani di lui. Questa era una situazione adatta per confrontarsi con la coppia sig. Murat e l'escort Sophie. Anche lui, basso, con i capelli rossi e il viso lentigginoso, grassottello, aveva circa cinquantacinque anni e lei aveva poco più di vent'anni.
Il piano prevedeva che una volta entrati nel locale, l'agente Frecco si mostrasse interessato a Sophie, una bellissima ragazza di 23 anni d'età, capelli neri ricci lunghi, di carnagione mulatta scura, originaria dell'isola di Martinica e la quale svolgeva il mestiere di escort a Marsiglia.
Dal canto suo, l'incantevole agente Viagra avrebbe dovuto attrarre l'attenzione del sig. Murat. Una volta che l'agente Viagra fosse riuscita nella sua prima parte del piano, consistente nel mettere in atto effusioni tali da far crescere nel sig. Murat una voglia sessuale irrefrenabile, la stessa agente Viagra sarebbe dovuta passare immediatamente alla seconda parte del piano, cioè indurre il sig. Murat ad invitarla a trascorrere una notte di sesso intenso fuori dal locale scambista.
L'agente Viagra fu così abile che il piano funzionò alla perfezione. Le due coppie concordarono che l'agente Frecco avrebbe accompagnato Sophie presso la sua abitazione e il sig. Murat avesse ospitato l'agente Viagra nel suo ufficio dove ad attenderli c'era un comodo divano e un'intricante scrivania.
Alle 01.45 della notte tra mercoledì 21 maggio e giovedì 22 maggio 2014, l'agente Viagra e il sig. Murat si allontanarono in direzione dell'ufficio del sig. Murat, sito nella zona dei cantieri navali. Contestualmente, l'agente Frecco utilizzando un'elegante berlina messa a disposizione dal direttore dell'albergo, si recò a casa di Sophie, sita a Rue René d'Anjou, nel quartiere Les Aygalades.
Dalla riunione intercorsa nella mattina precedente erano emersi anche gli altri seguenti ruoli.
L'agente Motorola aveva microfonato sia l'agente Frecco che l'agente Viagra. Entrambi avevano nei loro vestiti un bottone che fungeva da microfono ambientale ed i loro telefoni cellulari erano controllati mediante un costante ed efficace sistema di localizzazione GPS. L'agente Motorola era l'unico che quella notte non si mosse dall'albergo in quanto aveva altresì il compito di tenere sotto osservazione e controllo sia la ricezione delle voci trasmesse dai microfoni ambientali che il segnale trasmesso dai dispositivi GPS. Quindi, la camera estremamente sicura del detective Dimostrare divenne la sua base operativa dalla quale coordinava tutte le operazioni sul campo.
L'agente Manziana e la sua compagna, l'agente Ani Diva, avevano il compito di coprire le spalle all'agente Frecco, seguendolo a vista d'occhio durante i suoi spostamenti utilizzando uno dei due fuoristrada UAZ Hunter neri con i quali si erano recati a Marsiglia ed avevano il compito di attenderlo tutta la notte fuori della casa di Sophie, pronti ad intervenire rapidamente qualora l'agente Frecco fosse risultato in pericolo o in difficoltà. Per lo svolgimento del loro compito erano quindi sempre in stretto contatto radio con l'agente Motorola.
L'agente Polina Vladimirovna, la zarina Evodkija e il comandante Givi avevano il compito di attendere l'agente Viagra e il sig. Murat al di fuori dello stabile nel quale si trovava l'ufficio del sig. Murat. Il loro compito prevedeva di intervenire immediatamente qualora l'agente Viagra si fosse trovata in pericolo o in difficoltà una volta entrata all'interno dell'ufficio.
Anche in questo caso, per ottemperare al loro compito, erano in continuo contatto radio con l'agente Motorola.
Il piano prevedeva altresì, che l'agente Viagra, una volta entrata nell'ufficio del sig. Murat riuscisse ad impossessarsi delle chiavi dell'ufficio stesso e una volta entrata in bagno con una scusa, che riuscisse a gettarle dalla finestra dove ad attenderle vi erano per l'appunto l'agente Polina Vladimirovna, la zarina Evodkija e il comandante Givi. Così una volta gettate le chiavi dell'ufficio, avrebbe dovuto manifestare al sig. Murat il suo disagio nel fare sesso sul divano o sulla scrivania, pregandolo di portarla a casa sua, prospettandogli una notte di fuoco sul suo letto.
Il sig. Murat non resisteva più, ma era difficile contraddire l'affascinante agente Viagra e così, suo malgrado, accettò di posticipare il suo piacere di alcuni minuti, il tempo necessario per raggiungere la sua abitazione.
Così, l'agente Viagra aprì la porta dell'ufficio e attese che uscisse anche il sig. Murat, il quale però era intento alla ricerca delle sue chiavi per chiudere la porta. Non le trovava e sbuffava, mentre dal canto suo l'agente Viagra si lamentava del suo perdere tempo manifestandogli tutta la sua voglia sessuale. Il sig. Murat smise di cercare le chiavi e chiuse la porta dietro di sé.
Ma si verificò un imprevisto! Mentre raggiungevano a piedi l'autovettura, il sig. Murat inviò un messaggio al responsabile sicurezza della sua azienda avvertendolo che aveva perso le chiavi e che non era stato in grado di chiudere a chiave la serratura del suo ufficio. L'agente Viagra non si accorse dell'invio di questo messaggio e salì sulla macchina con il sig. Murat, diretta a casa di lui.
Nel frattempo, dopo aver visto l'agente Viagra e il sig. Murat allontanarsi, gli ignari agente Polina Vladimirovna, la zarina Evodkija e il comandante Givi, utilizzando le chiavi che avevano raccolto dalla finestra, entrarono nell'ufficio del sig. Murat. La zarina Evodkija, stazionando in strada davanti all'ingresso degli uffici dell'azienda del sig. Murat, aveva il ruolo di coprire le spalle all'agente Polina Vladimirovna e al comandante Givi, i quali nel frattempo stavano esaminando tutti i documenti cartacei ed elettronici del sig. Murat, alla ricerca di documenti trafugati dal sig. Eiffel all'azienda per la quale gli investigatori avevano pochi giorni prima effettuato le bonifiche ambientali.
Ma mezz'ora dopo circa, giunsero tre uomini addetti alla sicurezza che insospettiti dall'aver visto una donna in strada, davanti all'ingresso dello stabile con gli uffici parlare al walkie talkie ed averla udita parlare in russo (anche se a loro apparve come una lingua sconosciuta), fermarono la zarina Evodkija, immobilizzandola all'instante e sottraendole rapidamente il walkie talkie. L'urlo che la zarina Evodkija emise nel momento in cui le immobilizzarono le braccia e prima che le chiudessero la bocca, unito al successivo non rispondere ai messaggi inviati da Motorola per comprendere quanto stesse accadendo, insospettirono lo stesso agente Motorola il quale rapidamente avvertì via radio l'agente Polina Vladimirovna e il comandante Givi.
A questo punto, per affrontare la situazione d'emergenza, i due investigatori decisero di improvvisare organizzandosi in questo modo. Il comandante Givi continuò a rovistare tra i documenti aumentando notevolmente il rumore della sua perquisizione, tanto da attirare così nella stanza in cui si trovava gli uomini della sicurezza intervenuti. La porta della stanza fu aperta e dietro di essa si nascose l'agente Polina Vladimirovna.
Giunti sulla soglia della porta i tre uomini della sicurezza entrarono nella stanza.
Due addetti alla sicurezza erano armati ciascuno con manganello telescopico flessibile ed intimarono al comandante Givi di alzare le mani e restare immobile, mentre l'altro addetto teneva immobilizzata la zarina Evodkija.
L'agente Polina Vladimirovna, cintura nera 2° dan di judo, assaltò immediatamente alle spalle i due addetti alla sicurezza che brandivano i manganelli e poi si scaraventò come una furia contro l'addetto che teneva immobilizzata la sua amica, un'altra strega della notte, la zarina Evodkija. Il povero malcapitato fu scaraventato a terra, fu immobilizzato con una tecnica eseguita alla perfezione ma ebbe la malsana idea di provare a liberarsi con la conseguenza che il suo braccio fu spezzato in due parti.
Gli altri due addetti alla sicurezza, caduti violentemente sul pavimento contro il quale avevano sbattuto la testa, provarono a rialzarsi ma furono raggiunti dal comandante Givi che prima li colpì al volto con calci sferrati con i suoi pesanti scarponi anfibi militari e poi li minacciò alla gola con un coltello che portava sempre con sé e consistente in baionetta del fucile d'assalto Kalašnikov Ak-47. I due addetti non opposero resistenza, anche perché non augurabile a nessuno trovarsi di fronte al comandante Givi adirato. Con l'aiuto di fascette da elettricisti che gli addetti alla sicurezza avevano nei tasconi dei loro pantaloni e con un paio delle quali avevano in precedenza legato le mani della zarina Evodkija, i tre addetti alla sicurezza furono legati ai termosifoni dell'ufficio del sig. Murat.
A quel punto, l'agente Polina Vladimirovna, la zarina Evodkija e il comandante Givi raccolsero tutti gli hard-disk, le pen-drive, i computer portatili presenti nell'ufficio del sig. Murat e si allontanarono immediatamente a piedi per raggiungere l'hotel.
L'albergo non era affatto vicino, c'era da camminare per alcuni chilometri, ma non fu necessario orientarsi con le mappe on-line, come già precedentemente menzionato infatti, la zarina Evodkija conosceva a menadito tutte le strade di Marsiglia e sapeva muoversi con rapidità e grandissimo senso di orientamento. La strada da percorrere comunque era molta.
Era importante allontanarsi il più possibile dall'ufficio del sig. Murat, ma chi conosce bene Marsiglia sa che non è raccomandabile camminare in strada la notte. Anche per tre persone abili come quei tre investigatori. Così, avendo totalmente la situazione sotto controllo, l'agente Motorola inviò un'autovettura con autista dell'albergo per prendere i suoi tre colleghi lungo la strada e riportarli in hotel.
Nel frattempo, l'agente Viagra era giunta in casa del sig. Murat. Lui ormai moriva dalla voglia di soddisfare i propri desideri sessuali, ma l'agente Viagra aveva ancora alcuni compiti da realizzare. Primo tra tutti conoscere il codice di sblocco del telefonino del sig. Murat. Per fare ciò si adagiò sul divano e invitò il sig. Murat a sedersi accanto a lei. Poi sempre parlando in inglese gli disse: "Tesoro, io prima di fare sesso voglio sempre farmi un selfie con il mio partner, e poi voglio farne un altro alla fine, per vedere come è cambiata l'espressione del volto.
Per vedere chi ha vinto. Chi è stato a distruggere l'altro!"
L'originalità della situazione e la sfida lanciata, incuriosirono il sig. Murat, il quale tirò fuori il telefono dalla propria tasca dei pantaloni. In quel momento, prima ancora che accendesse lo schermo del telefonino, l'astuta agente Viagra allungo la mano e disse: "Eh no, amore mio, voglio essere io a fare il selfie" e riuscì a sottrargli il telefono dalle mani. Una volta afferrato il telefono gli chiese quale fosse il codice di sblocco e ottenuto lo digitò e lo memorizzò nella sua mente. Scattò dei selfie, ma in quel momento l'ormai impaziente sig. Murat iniziò a palpeggiarla e provò a spogliarla.
L'agente Motorola comprese che l'agente Viagra era in difficoltà e avvertì il detective Dimostrare e l'agente Marina Michajlovna che erano seduti nell'altro fuori strada UAZ Hunter, quello posizionato sotto casa del sig. Murat. I due uscirono dall'autovettura immediatamente e scavalcato il cancello verde della palazzina con le persiane anch'esse verdi sita in Chemin du Moulinet, si appostarono al portone d'ingresso dell'abitazione del sig. Murat, pronti a sfondare la porta o farne saltare la serratura, qualora l'agente Viagra fosse sempre più in netta difficoltà.
Ma non fu necessario. L'astuta agente Viagra riuscì a divincolarsi e disse al sig. Murat che prima di fare sesso con lei, lui avrebbe dovuto farsi la doccia e che non voleva fosse il divano la loro alcova, bensì il letto. Nel frattempo che lui facesse la doccia, lei si sarebbe spogliata ed agiata sul letto indossando solo la biancheria intimae con due bicchieri di Cointreau che avrebbe lei preparato nel frattempo. Il sig. Murat, si spogliò rimanendo davanti a lei completamente nudo e corse a farsi la doccia.
L'agente Viagra rimase solo con la sua biancheria intima e mentre lui faceva la doccia preparò i due bicchieri di liquore, versando del sonnifero istantaneo nel bicchiere del sig. Murat.
Poi andò in camera da letto e si adagiò sul materasso.
Il sig. Murat uscito dalla doccia, si asciugò rapidamente, così rapidamente come se stesse correndo per imbarcarsi su un aereo che stava chiudendo il check-in e raggiunse l'agente Viagra lanciandosi a peso morto sul materasso. La bellissima investigatrice, con fare sensuale si abbassò le bretelle del reggiseno lungo le braccia non scoprendosi ancora del tutto e con la lingua si bagnava eroticamente le labbra. Poi porse il bicchiere al sig. Murat che lo afferrò mentre aveva l'espressione del volto felice e sorridente. L'agente Viagra prese il proprio bicchiere e bevve tutto d'un sorso il Cointreau guardando il sig. Murat fisso negli occhi. Costui ormai era in preda all'eccitazione più totale e per emulazione bevve anch'esso tutto d'un sorso il liquore contenuto nel proprio bicchiere.
Posarono i bicchieri, il Sig. Murat abbracciò l'agente Viagra e la distese con le spalle sul materasso. Cominciò a baciarle il collo mentre le palpeggiava il seno. Trascorse meno di un minuto e l'erotica azione del sig. Murat andava sempre più perdendo di intensità. Come un oggetto che comincia a funzionare a singhiozzo quando le batterie sono ormai completamente scariche, così la bocca e le mani del sig. Murat si muovevano come se fossero l'eco di un rumore lontano che andava sempre più dissipandosi. Per l'agente Viagra fu molto semplice, afferrò con decisione il busto del sig. Murat e se lo scrollò di dosso, adagiandolo sul materasso. Spense la abat-jour sul comodino che illuminava la stanza e attese che il sig. Murat passasse con decisione dalle sue braccia a quelle di Morfeo.
Neutralizzato il padrone di casa, l'agente Viagra prese il suo walkie talkie e comunicò con l'agente Motorola, illustrandogli la situazione e invitandolo a riferire al detective Dimostrare e alla strega della notte Marina Michajlovna di raggiungerla in casa. Questa la risposta laconica dell'agente Motorola: "Apri la porta, sono lì fuori!"
L'agente Viagra, ancora indossando solo la biancheria intima, aprì la porta e fece entrare il suo capo e la sua collega. Rappresentò sinteticamente la situazione attuale e mentre si rivestiva il detective Dimostrare e l'agente Marina Michajlovna perquisirono velocemente tutta la casa raccogliendo tutti i dispositivi elettronici presenti, notebook, tablet e telefoni cellulari, hard-disk, pen-drive e schede di memoria. Fu rinvenuta anche un'agenda personale del sig. Murat, nella quale annotava la contabilità dei pagamenti effettuati al sig. Eiffel per i suoi sporchi servigi.
Il piano operativo che era stato pianificato la mattina precedente era stato realizzato con successo. Il detective Nikolaj Dimostrare, la strega della notte Marina Michajlovna e l'agente Viagra, salirono a bordo della UAZ Hunter e giunsero in albergo dove ad attenderli vi erano l'agente Motorola, il comandante Givi e le streghe della notte zarina Evodkija e Polina Vladimirovna.
Mancava qualcuno. Qualcuno che quella notte la trascorse decisamente meglio di tutti gli altri. Si trattava dell'agente Frecco, il quale incurante e ignaro delle avventure accorse ai suoi colleghi, portava a compimento ciò che il suo ruolo in quell'occasione prevedeva.
Certamente, siamo chiari, ad una certa ora della notte avrebbe potuto comunicare con l'agente Motorola per apprendere quale fosse stato il corso degli eventi, e in caso di operazione conclusa sarebbe potuto uscire dall'abitazione di Sophie e raggiungere gli annoiati agente Manziana e agente Ani Diva, che seduti nello scomodo fuoristrada stavano appostati fuori in previsione di un intervento conseguente ad una situazione di pericolo che non si manifestò, e che avevano intuito ormai non si sarebbe più manifestata.
Così, dopo un'intensa notte di sesso, alla buona ora delle dieci del mattino, l'agente Frecco uscì dal portone dello stabile in cui abitava Sophie. Indossava impeccabilmente la sua giacca e cravatta e il suo ghigno faceva trasparire che quella notte non l'avrebbe più dimenticata.
Infatti non la dimenticò più. La parola “Martinica” abbinata ad un codice alfanumerico divenne la password utilizzata da quel momento in poi dall’agente Frecco.
Riunita tutta la squadra in albergo, il detective Nikolaj Dimostrare convocò in albergo il Presidente e l’Amministratore Delegato dei cantieri navali suoi clienti e gli consegnò tutto il materiale e i dispositivi elettronici reperiti nel corso della notte precedente nell’ufficio e nella casa del sig. Murat.
La sera di quel giovedì 22 maggio 2014, i dieci investigatori festeggiarono il successo delle bonifiche ambientali e delle successive investigazioni. Passarono il pomeriggio tra piscina, sauna e centro massaggi. Replicarono la cena che avevano gustato la sera dell’arrivo in albergo e si andarono a riposare.
Il giorno dopo sarebbero ripartiti.
La mattina di venerdì 23 maggio 2014, durante la colazione in albergo, ci fu una novità inattesa.
Il detective Nikolaj Dimostrare si rivolse alla sua squadra: “Cari amici miei, volevo avvisarvi che tornerete a Roma senza di me!”
Subito tutti sgranarono gli occhi. L’agente Frecco e l’agente Manziana dissero: “Nikolaj ma è successo qualcosa?”
“No miei cari!” rispose il detective Dimostrare.
“La nazionale russa di hockey su ghiaccio si è qualificata per la finale dei campionati del mondo. Domenica sera, a Minsk, in Bielorussia, alle 21.00 ci sarà la finale contro la Finlandia.
Io raggiungo i miei fratelli per far tifo sugli spalti.”
Fu così che i nove investigatori accompagnarono il detective Dimostrare all’aeroporto di Marsiglia e poi continuarono il loro viaggio con i due fuoristrada UAZ Hunter verso Roma.
Il detective Dimostrare prese un volo interno diretto a Parigi e da lì si imbarcò su un volo Belavia diretto a Minsk.
Giunto all’aeroporto internazionale di Minsk, al controllo passaporti esibì il suo passaporto russo e durante la verifica del documento entrò in confidenza con la funzionaria della polizia di frontiera bielorussa che si stava occupando della verifica.
La bella ragazza in uniforme si chiamava Olga. Era alta, bionda, carnagione chiara e con due occhi azzurri scintillanti.
Nel corso della loro conversazione il detective Dimostrare disse di essersi recato a Minsk per assistere alla finale dei campionati del mondo di hockey, per tifare per la sua amata Russia.
La funzionaria di polizia restò sbalordita e disse: “Domenica è il mio giorno di riposo e anche io ho un biglietto per assistere alla finale.”
“Bene!” aggiunse il detective Dimostrare, “Allora perché non ci andiamo insieme?”
Olga rispose: “Certamente con immenso piacere. Nikolaj, io finisco il mio turno tra mezz’ora. Se mi aspetti, ti accompagno con la macchina nel centro città così eviti di prendere un taxi.”
Il detective Dimostrare accettò il passaggio, ma nel corso del tragitto e nell’intero pomeriggio trascorso insieme, la confidenza tra i due crebbe a tal punto che Olga ospitò il detective Dimostrare a causa sua, invitandolo a dormire da lei per i giorni di permanenza a Minsk.
Olga e Nikolaj Dimostrare trascorsero delle notti di vera e propria passione amorosa.
Domenica 25 maggio 2014 assistettero alla finale di hockey tifando appassionatamente per la nazionale russa.
Il risultato finale della partita fu alquanto netto. La Russia sconfisse la Finlandia con il risultato di 5-2 e si laureò campione del mondo.
La sera e l’intera notte successiva, Olga e il detective Dimostrare la trascorsero per le vie di Minsk insieme a centinaia di migliaia di tifosi russi, bielorussi e kazaki euforici e festanti.
Le foto che immortalano il detective Nikolaj Dimostrare con la maglia della nazionale russa di hockey, abbracciato agli altri tifosi festanti, sono conservate dallo stesso detective con estrema cura e orgoglio.
Luca Leonardo D’Agostini
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